Borsellino, chiesta archiviazione per i poliziotti Di Gregorio: «Valuteremo possibilità di fare opposizione»

Mario Bo, Vincenzo Ricciardi e Salvatore La Barbera, sono i tre poliziotti che facevano parte del gruppo di indagine che coordinò l’inchiesta sulla strage, guidato dall’allora questore Arnaldo La Barbera, accusati di aver messo in atto il depistaggio che avvalendosi della collaborazione di falsi pentiti come Scarantino, Andriotta e  Candura, ha portato alla condanna all’ergastolo di 7 persone innocenti. 

A seguito delle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, la procura di Caltanissetta nel marzo di due anni fa, ha aperto il Borsellino quater, che vede coinvolti anche i tre poliziotti accusati di calunnia aggravata. A coordinare  le indagini che hanno portato al nuovo processo sulla strage di via D’Amelio, c’era il procuratore Nico Gozzo, dallo scorso febbraio sostituto pg a Palermo. 

La Procura di Caltanissetta ha chiesto adesso l’archiviazione dell’inchiesta aperta sui tre funzionari di Polizia perchè non sarebbero emerse dalle indagini elementi in grado di individualizzare le responsabilità. «Attendiamo la notifica dell’atto – dice a MeridioNews l’avvocato Rosalba Di Gregorio – noi abbiamo fatto la richiesta di parte offesa e quindi di essere avvertiti in caso di archiviazione per far eventuale opposizione. C’era stata anche un’interrogazione parlamentare sulla questione. Ci sono diverse cose da valutare, probabilmente nonostante le chiamate dei pentiti, non ci sono riscontri individualizzanti e siccome si tratta di fonti non molto “qualificate”, bisogna trovare elementi esterni per procedere. Valuteremo se ci sono elementi per fare opposizione». 

L’interrogazione parlamentare è dello scorso luglio, a firma Sarti, D’Uva e Ferraresi del M5S. I tre deputati hanno chiesto al ministro della Giustizia Andrea Orlando se «abbia ricevuto comunicazioni in ordine al procedimento per calunnia a carico di Mario Bo, Vincenzo Ricciardi e Salvatore La Barbera, o se ritenga opportuno richiederle visto il lungo periodo di tempo trascorso dalla iscrizione nel registro degli indagati; se alla luce degli elementi indicati in premessa non ritenga di disporre un’ispezione presso la procura della Repubblica di Caltanissetta ai fini della valutazione dei presupposti per l’esercizio dei poteri di competenza». (LEGGI QUI LA RISPOSTA DEL MINISTRO AI DEPUTATI)

Nel novembre 2013, i tre poliziotti avrebbero dovuto rispondere nell’ambito del Borsellino quater, sulle attività di indagine condotte in relazione alla strage di via D’amelio e sulle dichiarazioni rese il 28 giugno 2010, sulla genesi delle collaborazioni dei falsi pentiti. Bo e Ricciardi, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, La Barbera presentatosi all’udienza successiva, ha dichiarato di non ricordare.  

Le sette persone condannate ingiustamente, attualmente sono in attesa della revisione del processo. A decidere sarà la  procura di Catania, dove dal 2006 fino a pochi mesi fa era procuratore generale Gianni Tinebra, ai tempi del depistaggio a capo della Procura di Caltanissetta.


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