Crocetta benedice le trivelle di Renzi «Non bloccherò le autorizzazioni»

Nonostante la Sicilia, con i suoi sindaci, i suoi cittadini e pure il suo Parlamento, si stia opponendo con tutte le forze all’articolo 38 del Decreto Sblocca Italia, che liberalizza la ricerca di gas e petrolio nel mare siciliano, il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta  -lo stesso che pochi giorni fa ha ricordato di avere giurato sullo Statuto siciliano e che ha dichiarato di volere difendere l’Autonomia della Regione- sceglie di schierarsi con Renzi e con i petrolieri. 

E lo fa con dichiarazioni rilasciate al Gds (vedi caso, uno dei pochi giornali che, l’altro ieri, con un articolo di un commentatore abituale si è schierato a favore) destinate ad accendere ancora di più le polemiche. 

 «La legge Sblocca-Italia liberalizza le concessioni. Noi invece, col protocollo siglato, abbiamo fissato paletti che ci rassicurano dal punto di vista ambientale.- dice il Governatore- I deputati che hanno votato quella mozione riflettano su tutto questo». 

Poi la stesso ritornello usato per giustificare il suo voltafaccia sul Muos di Niscemi (quando cioè ha revocato lo stop all’impianto che lui stesso aveva tentato di imporre), ovvero il timore dei ricorsi: 

«Se io bloccassi le autorizzazioni, le aziende interessate si rivolgerebbero al Tar invocando l’applicazione dello Sblocca-Italia e avrebbero vita facile mettendo in difficoltà la Regione». 

Le prime reazioni non si fanno attendere e sono durissime:

«Sulle trivellazioni Crocetta dice che proseguirà sulla sua strada? E’ la dimostrazione di come se ne infischia del Parlamento, tanto vale chiuderlo» dicono i deputati del Movimento 5 Stelle commentando le dichiarazioni rilasciate dal presidente della Regione Crocetta a proposito delle mozioni stoppa-trivelle, targate proprio M5S (prime firmatarie Valentina Palmeri e Angela Foti).

«Crocetta – afferma Giancarlo Cancelleri – è come un imperatore che pretende di fare quello che vuole, a dispetto del Parlamento e dalla volontà popolare che questo rappresenta. E’ uno scandalo, non possiamo permetterlo. Ardizzone faccia qualcosa, intervenga a tutela di questa istituzione». 

«La verità – aggiunge Giampiero Trizzino, presidente della commissione Ambiente – è che con l’azione del M5S si è scoperchiato il vaso di Pandora. Con una manovra siglata quasi in solitaria (considerato che al 6 novembre, il giorno della firma, il Crocetta-ter giuridicamente nemmeno esisteva, mancando all’appello alcuni assessori come quello -guarda caso – all’Energia) il presidente della Regione ha regalato ai petrolieri il mare siciliano senza neanche chiedere il permesso al Parlamento, che, suo malgrado, pochi giorni dopo lo ha smentito con due mozioni votate anche dalla sua maggioranza».

Molto duro anche Nello Musumeci: 

«Crocetta impugni immediatamente per incostituzionalità il decreto Sblocca-Italia e agisca affinchè l’Eni si impegni a porre fine ad ogni ormai fallimentare attività di raffinazione, che ha prodotto migliaia di morti, patologie e devastazione ambientale. Chiediamo l’avvio di un programma strategico di bonifiche e di rigenerazione industriale per Gela, Milazzo e Augusta, che salvaguardi l’occupazione, l’ambiente e la salute dei siciliani» – afferma l’esponente di centro destra. 

Che aggiunge:

«Ci chiediamo come mai il Governo Crocetta, sempre più asservito ai poteri industriali e già minoritario in Aula, non abbia ancora impugnato per incostituzionalità gli articoli dello Sblocca Italia che riguardano la liberalizzazione delle ricerche petrolifere marine e terrestri così come sarebbe suo preciso dovere, per evidente una violazione dello Statuto sulle competenze esclusive della Regione in materia di tutela del patrimonio culturale e ambientale. Il governo getta così la maschera sulla vera natura dell’accordo con Eni – conclude Musumeci – verso cui evidentemente si era impegnato ad autorizzare le trivelle per ottenere la rigenerazione verde della raffineria di Gela, e dimostra che Crocetta e il Pd sono totalmente succubi dei petrolieri». 

Forza Italia non è da meno: «L’accordo tra Assomineraria e la Regione siciliana sulle trivellazioni è lesivo degli interessi dell’Isola dal punto di vista ambientale, ma rischia di esserlo ancor di più sotto il profilo economico – dice il capogruppo Marco Falcone -. Un protocollo che bypassa completamente il parlamento regionale, messo ancora una volta ai margini, e senza alcun pudore, dal presidente Rosario Crocetta. A fronte di un importante incremento della produzione Crocetta vorrebbe lasciare invariate le royalties, un vero e proprio bluff, considerando per di più che l’accordo con Assomineraria non prevede alcun aumento dei livelli occupazionali. La questione sta assumendo contorni sempre meno chiari tant’è che si trova sul tavolo dell’autorità anticorruzione. Dove sono dunque i vantaggi per la nostra terra e per la nostra gente?»

Rincara la dose Sel:  «Non è possibile che si stipuli un protocollo con Assomineraria, sezione petrolifera di Confindustria, e che a siglarlo sia insieme al Presidente anche Linda Vancheri che è rappresentante di Confindustria stessa nel Governo – dice il deputato Ersasmo Palazzotto -. È questo il terribile conflitto di interessi da cui dobbiamo liberarci. Quali interessi si stanno tutelando? Quelli dei Siciliani o quelli delle speculazioni di un pezzo del mondo imprenditoriale? Questa vicenda non riguarda solo le trivellazioni, riguarda il sistema dei rifiuti, riguarda le politiche industriali e quelle ambientali, riguarda il senso stesso della democrazia in Sicilia, e lo dimostra la natura stessa dell’accordo».

Sul tema, come vi abbiamo raccontato in questo articolo, si è spaccato lo stesso Pd siciliano, cosi come si è spaccata la delegazione dei deputati siciliani eletti a Roma: in molti hanno deciso di non decidere, tanti hanno detto sì, e oltre al Movimento 5 Stelle, anche i deputati di Forza Italia, hanno detto quasi all’unanimità no (qui tutti i nomi e i loro voti).


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