Quattrocento le firme a corredo del documento dei comitati Vivo Civile e Bispensiero. Poi ci sono gli altri due firmati dalle associazioni di categoria e, a parte, da Confcommercio. E c'è chi passa, anche se velatamente, alle minacce
Ztl, il fronte del no all’attacco: tre i ricorsi al Tar Dalle associazioni ai religiosi, tutti contro Orlando
La prossima settimana non sarà depositato al Tar un solo ricorso contro la Ztl ma ben tre. I primi due sono stati già notificati al Comune e all’Amat. Uno è corredato dalle 400 firme di residenti e commercianti con il sostegno dei comitati Vivo Civile e Bispensiero. Tra i sostenitori c’è anche la vicepresidente del Consiglio comunale Nadia Spallitta, oltre ai presidenti Marcello Robotti, Massimo Merighi e Massimo Costa. L’altro è nato su iniziativa delle associazioni di categoria, tra le quali Confartigianato Palermo, Confimprese e Confindustria Palermo. Fra queste non c’è Confcommercio, da tempo in rapporti tutt’altro che amichevoli con le altre associazioni, che sta preparando un terzo ricorso.
A curare i primi due ricorsi saranno gli avvocati Alessandro Dagnino, tributarista, e Giovanni Scimone, amministrativista. Simili le motivazioni: per le associazioni dei commercianti l’amministrazione non ha seguito le linee guida del Pgtu («In questo contesto – scrivono – stupisce l’assenza del Consiglio comunale che davanti ad un’evidente disapplicazione di una propria delibera non adotta i provvedimenti di controllo e verifica che rientrano nel proprio compito statutario») e il ricorso sarà corredato dai dati sul calo delle vendite subito dai negozi. Per i comitati il provvedimento antismog serve solo a fare cassa e la scelta di partire soltanto con la Ztl 1, quella coincidente con il centro storico dalla Stazione Centrale al Teatro Massimo e da Porta Nuova a Porta Felice, maschera a loro dire l’intenzione di Palazzo delle Aquile di attivare in futuro anche la Ztl 2 fino a Notarbartolo. Il tutto senza un sistema adeguato di trasporti pubblici, con l’anello ferroviario ancora da ultimare e il passante che collega solo mezza città. Proprio Bispensiero e Vivo Civile avevano promosso il primo ricorso, accettato ad aprile dal Tar ma in parte ribaltato dal Cga. A giorni è attesa la sentenza di merito del primo grado di giudizio. Dagnino si occuperà anche del ricorso di Confcommercio.
Se il fronte del no che ha deciso di agire per vie legali si presenta agguerrito anche se non del tutto omogeneo, preoccupano i toni inequivocabili di un volantino che sta circolando sui social in queste ore: «Ultimatum popolare al sindaco Orlando – si legge -: la Ztl va annullata o sospesa entro martedì 8 novembre» altrimenti un non meglio identificato «popolo» si dice pronto a «manifestazioni di protesta e disobbedienza civile (a partire dall’indomani alla Stazione, ndr) con violazione di massa della Ztl con mezzi non autorizzati».
Toni inquietanti, al pari degli episodi che hanno sporcato il pacifico e spontaneo corteo del 25 ottobre, con pali della segnaletica divelti, atti di vandalismo, fischi, minacce e pressioni ai negozianti che avevano scelto di non chiudere. Una manifestazione che il sindaco Leoluca Orlando aveva ipotizzato come «preparata da gruppi organizzati con atti di minaccia e intimidazione a commercianti e a loro clienti», attraverso ricatti e chiusure forzate. Lunedì Orlando ha incontrato il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, al quale in questi giorni invierà una relazione dettagliata sull’accaduto. Le associazioni dei commercianti hanno preso ovviamente le distanze: «Chi opera senza alcuna legge e con violenza va perseguitato – scrivono Confindustria, Confimprese e Confartigianato -, su questo tema il sindaco Orlando ha la nostra piena solidarietà e in caso di processi sull’argomento preannunciamo la nostra costituzione come parte civile. Contemporaneamente, però, rivendichiamo il diritto di confrontarci, con metodi costituzionalmente garantiti, sui temi che riguardano la vivibilità della città, senza che il sindaco sposti il tiro su altri argomenti».
A spalleggiare i ricorrenti sono spuntati a sorpresa anche sette parroci del centro storico: Filippo Sarullo della Cattedrale, Giuseppe Pomi di Sant’Ippolito, Gaetano Morreale di Sant’Antonio, Salvatore Grimaldi della Magione, Pietro Scaduto di Santa Maria la Nova, Sergio Catalano del convento di San Domenico e Giuseppe Bucaro di San Mamiliano. I sette religiosi si sono riuniti «in comunione con l’arcivescovo» e hanno scritto una nota chiedendo al Comune «la sospensione del progetto fino a quando lo stesso possa essere applicato secondo quanto già previsto dall’amministrazione comunale, al punto 5.3, del Piano Generale del Traffico Urbano. Non possiamo tacere e ci facciamo portavoce del disagio umano e sociale degli abitanti del nostro centro storico». Un’entrata a gamba tesa sul dibattito politico cittadino senza precedenti nel recente passato, neppure quando si è trattato di posteggiatori abusivi o rifiuti abbandonati.