Un modo «ironico ma verosimile» per trattare il tema che negli ultimi giorni ha tenuto più banco per le vie del capoluogo siciliano, ma anche sui social, con vere e proprie fazioni pronte a difendere la rispettiva posizione. L'interpretazione del semiologo Francesco Mangiapane
Ztl, il dibattito teorizzato in un quadrato semiotico «Da Sciascia ai mobilitini, le anime del palermitano»
Una visione d’insieme della vicenda Ztl e della mobilità in generale attraverso i termini del dibattito sui social. Francesco Mangiapane, assegnista di ricerca all’Università di Palermo, ha realizzato un quadrato semiotico prendendo dalle conversazioni i mattoni per realizzare uno schema che ne desse generale contezza. «Si tratta di uno strumento per posizionare gli elementi del dibattito sulla Ztl – dice Mangiapane – la mia opinione è che siano assoluti e sganciati dalla relazione con l’altro. Metterli a sistema fa in modo che si costituisca una situazione complessiva più ampia». Un ulteriore stimolo a Mangiapane è arrivato dal professore Gianfranco Marrone, al quale Meridionews aveva chiesto se fosse possibile realizzare un quadrato semiotico, partendo dall’idea di mettere agli estremi di uno degli assi i favorevoli e i contrari.
Un modo «ironico ma verosimile» per trattare il dibattito sul tema nel capoluogo siciliano. Alcuni degli elementi che compongono il quadrato, rappresentano l’asse smobilitini-panormosauri. «Navigando sui social network, ad esempio, si evince che i membri del gruppo Mobilita Palermo sono chiamati smobilitini, ovvero si usa il loro stesso brand-name al contrario, mentre gli attivisti si riferiscono a chi li etichetta così come sfasciallitti e panormosauri». Un altro asse del quadrato è quello Palermo Irredimibile-Palermo Felicissima. Il primo termine fa riferimento «alla letteratura da Tomasi di Lampedusa a Sciascia e così via. Ovvero al fatto che qualsiasi persona si intesti il cambiamento, si debba confrontare con una Sicilia ostile, restia». Il secondo invece «si rivolge a chi pensa alla città come se fosse una sorta di Paradiso che non ha bisogno di migliorare». Un altro asse è il problema di Palermo è il palermitano e il problema di Palermo è la sua classe politica. «Nel primo caso – spiega l’assegnista – si fa riferimento a una sorta di colpa metafisica originaria del palermitano, che se ne frega del prossimo e posteggia in doppia fila. Nel secondo si riconducono tutti i mali alle inefficienze dei progetti della politica realizzati male o non nei tempi giusti». In sostanza per capire il dibattito sulla mobilità, conclude ancora Mangiapane «si deve affrontare il tema del cambiamento».