Sta seduto sulla sedia bianca di plastica in attesa. Appena sopraggiunge un cliente si adopera subito: prende le bustine di stupefacenti dai nascondigli della banda, sgominata nel blitz di martedì mattina, occulta a sua volta e vende la roba. Di smettere non se ne parla: denunciato a piede libero, preferisce cambiare piazza di spaccio
Zen 2, nella banda della droga un baby pusher Il quindicenne in bici che fa i turni come i grandi
«Ti aspetto nella baracca, fammi trovare una stecca buona». Sono circa le 23.10 del 25 febbraio scorso e Massimiliano Zarcone ha fretta di concludere l’ennesimo affare di droga lì nelle sue vie dello Zen 2. A rispondere al comando, però, non è un sodale come gli altri, ma un ragazzino smilzo, sfoggia spesso una tuta da ginnastica e si muove a bordo della sua bicicletta. Con quelle due ruote si sposta agevolmente da una strada all’altra, dalla via Pensabene alla via Costante Girardengo, punti nevralgici della più grande associazione criminale votata allo spaccio nel quartiere popolare, smantellata nel blitz di martedì con 24 arresti. Di quella zona e di quell’organizzazione è ormai una parte fondamentale, anche se lui, ancora adolescente, è nato lontano, in Tunisia. Di Palermo però ha preso tutto, anzi, forse solo il peggio.
Che è pienamente calato all’interno dell’organizzazione criminale, malgrado la giovane età, gli investigatori se ne rendono conto molto presto. Solo a novembre del 2015, mese in cui inizia l’attività di indagine dei carabinieri, il ragazzo viene intercettato e pedinato per ben nove volte. Un baby pusher a tutti gli effetti, adoperato per lo spaccio dal triumvirato al vertice. Sono Antonino Mazza e Salvatore Bonura che, insieme a Zarcone senior detto Lulù, supervisionano il lavoro del giovane adepto. E su quella sedia di plastica bianca che si sposta fra un padiglione e l’altro dello Zen 2 il giovane pare proprio a suo agio. Dal retro di un camion gli investigatori lo vedono prendere una bustina di droga. Un’altra volta ancora, invece, nasconde una sostanza dentro a un cassonetto. Conosce a memoria ogni luogo di occultamento della banda criminale ed è autorizzato a prendere e a smerciare la roba.
L’associazione lavora 24 ore su 24, le giornate sono suddivise in tre turni. In un’occasione i carabinieri in incognito lo vedono salire le scale del padiglione 5 e prendere posizione sulla famosa sedia, restando in attesa, la stessa sulla quale solo qualche minuto prima stava seduto Nunzio Brancato, un altro sodale. Non sono ancora le otto del mattino e quello è senza dubbio, per gli inquirenti, un cambio turno con passaggio di consegne. Una partecipazione intensa, la sua, fino a quando le guardie non lo pizzicano alla fine dello stesso mese insieme a Salvatore Lombardo.
Il compagno verrà arrestato, mentre lui potrà tornare nella sua zona il 27 novembre, denunciato a piede libero. Dopo questo episodio, riduce drasticamente la propria attività per l’organizzazione appena sgominata. Ma dietro non c’è alcun ripensamento. Lo dice chiaramente quando gli ex colleghi dell’organizzazione gli chiedono di rientrare e rimettersi a lavoro. Non disdegna le loro lusinghe ma è già tardi, è ormai impegnato nella limitrofa piazza di spaccio operante tra i civici 3 e 5 di via Costante Girardengo.