Che succede dalle parti della Wind Jet? A Catania, dove ha sede il quartier generale della società del patron Antonino Pulvirenti (titolare di una catena di supermercati e nume tutelare della squadra di calcio del Catania) sono con le bocche cucite. Noi chiediamo notizie delloperazione Alitalia che, se non ricordiamo male, dovrebbe scattare i primi di aprile. Ma raccogliamo solo silenzi. E qualche indiscrezione.
Wind Jet, 500 dipendenti circa tra ingegneri, tecnici assistenti di volo e piloti, è un vettore low cost italiano, con base operativa a Catania Fontanarossa. Il gruppo effettua voli su scala nazionale e anche verso alcune Capitali europee: Madrid, Parigi, Barcellona, Bucarest, Mosca, San Pietroburgo. La compagnia aerea vanta un primato: è stato il primo vettore al di fuori delle compagnie di bandiera ad effettuare servizi di linea tra l’Italia e la Russia.
Un mese fa, o giù di lì, Wind Jet è finita sulle prime pagine dei giornali siciliani. Argomento: lintegrazione – i tecnici del settore la definiscono così – con Alitalia insieme con unaltra compagna aerea: Blu Panorama. In quei giorni le polmiche si sono sprecate. Poi, appunto, il silenzio.
A distanza di qualche giorno dallavvio dellintegraizione abbiamo provato a capire a che punto è loperazione. Abbiamo raccolto notizie, come dire?, un po contrastanti. Ci dicono che la compagna ha tutti i numeri per diventare grande. Ma – è il caso di dirlo – non decolla.
A farla decollare ci penserà Alitalia, ci dicono altri osservatori. Anche se lipotesi Alitalia non è stata salutata benevolmente dai siciliani. Che temono una nuova fregatura. Eh, già perché se la nostra Isola, sul fronte dei trasporti aerei, ha tirato qualche sospiro di sollievo, ebbene, questo è avvenuto grazie alle compagnie low cost. perché fino a quando a dettare legge è stata Alitalia, i siciliani hanno avuto solo penalizzazioni, in certi casi pesantissime.
Persino la classe politica siciliana degli anni 80 – e quello è stato un periodo di ascarismo simile allattuale – a un certo punto provò, senza successo, a combattere una battaglia politica contro le tariffe salatissime imposte dallAlitalia alla Sicilia. Alitalia, insomma, si comportava come si sono sempre comportati – e come continuano a comportarsi – i grandi gruppi tipo Ferrovie, Eni, petrolieri (leggere le raffinerie): noi arriviamo in Sicilia, ci facciamo i cavoli nostri e basta. Se poi qualcuno si lamentava troppo, c’era sempre pronta la mafia da usare come una clava.
Ed è proprio per questo che, quando è giunta voce dellintegrazione tra la rediviva Alitalia, da un lato, e Wind Jet e Blu Panorama dallaltro lato, qualche politico siciliano non ancora venduto agli interessi dei nuovi potenti (leggere le grandi banche che si sono impossessate del nostro Paese con la storia dello spread che supera quota 500 se non governa qualcuno…) è saltato dalla sedia. E ha parlato, senza mezzi termini, di fine delle tratte low cost e di ritorno al monopolio Alitalia, magari sullonda delle liberalizzazioni di Monti e Passera.
Come finirà? Per ora – e qui torniamo alle notizie iniziali – silenzi e indiscrezioni. Tra queste ultime, ci sarebbe, con riferimento a Wind Jet, un ritardo nel pagamento degli stipendi di un mese.
Da qui altre domande: sarebbero sorti intoppi lungo la strada che dovrebbe portare allintegrazione tra Alitalia, Wind Jet e Blu Panorama? E ancora: Alitalia si sta integrando con Wnd Jet e Blu Panorama per creare una sana concorrenza nelle tariffe low cost, con benefici per gli utenti, soprattutto siciliani (prezzi dei biglietti più bassi)? Oppure la stessa Alitalia punta soltanto ad organizzare unoperazione di cartello, ovvero creare una condizione di monopolio su alcune tratte, naturalmente ai danni degli utenti – soprattutto siciliani – che verrebbero costretti, come avviniva negli anni 80, a pagare biglietti aerei salatissimi?
foto tratta dapasssionevlo.it
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