Widiba, si chiude a Catania il tour d’idee «Ascoltiamo la gente per creare una banca»

Una banca digitale con 150 sportelli fisici in tutt’Italia, 650 promotori finanziari e un tour nazionale per ascoltare le proposte dei cittadini e scegliere i servizi da offrire di conseguenza. Widiba – che ieri sera ha concluso a Catania il suo giro di suggerimenti raccolti in tutto il Paese – sta per «wise dialogue banking» (auspica, cioè, un dialogo saggio attraverso l’internet banking) ed è un’idea del gruppo Monte dei Paschi di Siena che è stata pensata otto mesi fa e che vedrà la luce entro l’autunno. «Non possiamo ancora definire una data precisa, ma abbiamo raccolto sul nostro sito oltre tremila idee e le stiamo mettendo in pratica», spiega Vittoria La Porta, responsabile della comunicazione della società.

«Quando è nato il progetto il nostro intento era quello di offrire al mondo bancario una realtà che ancora non c’è – continua La Porta – E, per capire di cosa la gente avesse bisogno, abbiamo iniziato ad ascoltarla veramente». Dalla decisione del nome – scelto attraverso un contest online dal quale sono arrivate oltre duemila proposte – alla progettazione dell’applicazione per smartphone, ogni aspetto del lancio di Widiba, garantisce il team, è stato calibrato sulla base delle richieste degli utenti. Non soltanto quelle arrivate dalla Rete, ma anche – fisicamente – dal territorio. Il capoluogo etneo ha ospitato l’evento di chiusura di una serie di incontri «che ci sono serviti a confrontarci». «Mentre la maggior parte delle aziende ascolta la gente solo per sentire che opinione ha di un determinato marchio o servizio, noi abbiamo scelto di ascoltarla per capire dove andare, per raccogliere le idee e realizzarle, allo scopo di garantire un’offerta valida e competitiva».

«Stabilita una strategia generale, ci muoviamo molto velocemente», aggiunge Luigi Provenza, che per Widiba si occupa di trading, cioè di strumenti finanziari. «La nostra catena di comando è piuttosto breve – dice Provenza – e questo ci permette di dare risposte, in tempi rapidi, alle richieste degli utenti. Le uniche che non realizziamo sono quelle illegali o quelle per le quali la normativa bancaria ci impone diversamente».

Nei fatti, la banca digitale permetterà di aprire conti correnti scegliendone il numero («Il conto numero 007 è stato già prenotato»), attivare carte di credito e prepagate, prelevare e versare denaro contante dagli sportelli automatici – sia quelli del gruppo Mps, sia quelli di altre banche, e le operazioni saranno sempre gratuite. Ma anche richiedere mutui («Più le operazioni diventano complesse, più interverranno i nostri consulenti, tramite Skype, chat, call center e uffici», sostiene lo staff), programmare piani di risparmio gestibili pure da cellulare e gestire bilanci individuali e familiari. «Effettuare operazioni bancarie sarà come andare al distributore di benzina – prosegue Luca Provenza – Da una parte ci sarà il fai da te, dall’altra un dipendente pronto a darti una mano, con un costo lievemente superiore».

E a proposito di auto, «un’altra delle funzionalità richieste dagli utenti che abbiamo integrato è la possibilità di valutare tante opzioni. Per esempio: se tra i tuoi movimenti bancari noi ci accorgiamo che c’è, ogni sei mesi, il pagamento dell’assicurazione per la tua macchina, tramite quello che sappiamo di te, prima della scadenza della rata successiva, ti proponiamo una serie di assicurazioni che, in quel momento, offrono tariffe più convenienti». Lo stesso potrebbe valere per gli operatori telefonici o per qualunque spesa fissa. «I nostri consigli non verranno da rapporti di partnership con le aziende di cui proponiamo le alternative, ma saranno semplici valutazioni di mercato», chiarisce Vittoria La Porta.

Nel progetto di Widiba agli utenti spetterà anche un ruolo di controllo sulle attività della banca: «Nello statuto che abbiamo presentato alla Banca d’Italia affinché venisse approvato – racconta – abbiamo previsto un consiglio consultivo composto dalle persone che saranno più attive all’interno della nostra community, cioè quelle che si saranno spese per dare suggerimenti agli altri clienti e per spiegare le loro esperienze. Questo gruppo selezionato parteciperà alle riunioni del consiglio di amministrazione, secondo un calendario in fase di definizione, e potrà dire la sua sulle scelte di marketing, di comunicazione, o su quelle specifiche dei servizi bancari». Questi ultimi, poi, saranno valutati da chi li usa: «Ci sarà un meccanismo di votazione, proprio come se fossero delle applicazioni sull’App store o dei locali su TripAdvisor, e tutti i giudizi saranno pubblici e non filtrati», conclude la responsabile.

«Tutto questo va bene per gli utenti, ma per le aziende? Per esempio, le start-up? Non ci sono ancora banche che offrano loro servizi a 360 gradi», commenta dal pubblico Mario Scuderi, uno degli animatori dell’acceleratore d’imprese di Telecom Italia, Working capital, che a Catania ha una delle sue basi. «Ci stiamo lavorando – risponde Luigi Provenza – In una prima fase la nostra offerta online sarà dedicata solo ai singoli cittadini, con le aziende interagiremo offline. Ma puntiamo a migliorare questo aspetto in breve tempo».

Intanto, Widiba tenta di farsi conoscere. E per farlo offre qualcosa di concreto: gli iscritti sul sito potranno proporre e votare un istituto scolastico affinché riceva in regalo dall’istituenda banca un impianto wi-fi: l’unica scuola attualmente candidata in Sicilia è la Giuseppe Mazzini di Campobello di Licata. Fino a questo momento, ha ricevuto solo cinque voti.


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