Web e ragazzi, un milione di euro a oratori e onlus Don Di Noto: «Non servono progetti estemporanei»

Ci sono i salesiani di san Cristoforo a Catania e quelli di santa Chiara a Palermo, la parrocchia Beata Maria Vergine di Acireale e la Sacro Cuore del villaggio Cep di Messina. Scorrendo l’elenco si trovano poi gli oratori di Santa Teresa di Riva, Cinisi, Racalmuto, Balestrate ma anche la comunità cristiana Cammino di fede e la chiesa evangelica pentecostale di Messina. Sono alcuni degli enti che beneficeranno dei fondi per la sensibilizzazione dei ragazzi e delle famiglie all’uso responsabile del web. In ballo complessivamente quasi un milione di euro proveniente dal bilancio regionale. La graduatoria, pubblicata poco prima di Natale, comprende inoltre diverse associazioni attive nelle province di Agrigento, Messina, Palermo e Trapani. In totale sono stati 31 i progetti ammessi, su un totale di 40 domande. A ognuno andranno somme comprese tra 19mila 800 e 45mila euro

Il bando, pubblicato a ottobre dall’assessorato alle Politiche sociali, era rivolto esplicitamente a consultori privati, associazioni di solidarietà familiare e oratori delle diverse confessioni religiose. A loro il compito di avviare attività che puntino a ridurre i rischi che si nascondono dietro siti web, social network e chat: da quello di essere approcciati da persone adulte al cyberbullismo, dall’istigazione all’autolesionismo al sexting, ovvero l’invio di immagini sessuali a persone più o meno conosciute. Le iniziative dovranno avere una durata minima di sei mesi e partire entro un mese dal riconoscimento del finanziamento. Con quest’ultimo che potrà essere utilizzato per coprire i costi del personale e delle consulenze, ma anche per l’acquisto di strumenti, mentre sono escluse eventuali spese per ristrutturazioni di immobili. Nell’avviso erano previste tre tipologie di progetti: a carattere comunale, per un importo massimo di 25mila euro; intercomunale, con una dotazione di 35mila euro, mentre, nel caso di un coinvolgimento di almeno tre province, lo stanziamento massimo previsto era di 45mila euro.

«Il nostro progetto durerà dieci mesi – racconta Marisa Pisana, assistente sociale e promotrice del progetto da 22.500 euro che si svolgerà nell’oratorio Padre Annibale di Messina -. Prevederà tre convegni e diversi laboratori. Prima coinvolgeremo gli enti interessati, come Comune, Asp e istituti scolastici, mentre dopo lavoreremo con famiglie e ragazzini. Punteremo molto sulla prevenzione del cyberbullsimo. I laboratori stimoleranno un uso positivo di linguaggi comunicativi e media». Le attività saranno aperte: «Saranno coinvolti sia i ragazzi che frequentano l’oratorio, che quelli eventualmente segnalati dalle istituzioni». I soldi, invece, serviranno anche per comprare materiale informatico e attrezzature per lavori teatrali. «Sono tanti? Io direi che sono pochi, considerato che ci saranno anche specialisti come una sociologa, una psicologa e un’esperta della comunicazione». A Pedara, in provincia di Catania, don Carmelo Coco è il coordinatore del progetto Rete attiva: navigarci e non cascarci, a cui sono stati assegnati 35mila euro. «Cercheremo di aiutare i ragazzi a vivere bene l’uso di internet, che può essere anche una cosa utile – spiega -. Li aiuteremo per esempio a fare dei tutorial, che in questo periodo sono molti diffusi, ma anche a prevenire eventuali problemi». Nella località del Catanese, le attività potrebbero anche avere poco a che fare con il web: «Organizzeremo dei piccoli tornei e incontri con atleti paraolimpici, per fare capire che per ottenere successo ci vuole impegno e non solo un clic».

A parlare di internet sarà anche l’associazione Centro donna George Sand di Favara, che ha presentato il progetto Caro Amico Web, finanziato con altri 35mila euro. «Inizieremo creando una rete tra gli enti coinvolti nella gestione di queste problematiche – racconta una delle responsabili – ma prevediamo anche di organizzare cineforum e laboratori multimediali a tema. Pensiamo anche di indire un concorso per i partecipanti con premio finale». Le attività dovrebbero durare circa sei mesi, mentre le risorse a disposizioni serviranno anche «a comprare l’attrezzatura per effettuare i laboratori, come quello cinematografico, pagare la Siae o affittare film».

Chi invece non ha partecipato al bando, nonostante l’impegno pluridecennale in favore dei più piccoli e le periodiche denunce del fenomeno della pedopornografia, è l’associazione Meter di don Fortunato Di Noto. «Onestamente non sapevamo dell’esistenza di questi fondi – racconta il fondatore a MeridioNews -. Le nostre attività sono costanti e siamo periodicamente invitati dalle scuole. Siamo anche partner ufficiale della polizia postale». Pur precisando di non volere dare giudizi a priori, don Di Noto sottolinea come spesso le azioni di sensibilizzazione figlie di progetti estemporanei rischino di non portare risultati concreti: «Per me ogni euro speso verso i ragazzi è benvenuto – prosegue – ma il mio auspicio è che questi soldi vengano usati con intenti chiari e positivi. Purtroppo capita spesso di vedere nascere e idee e progetti che hanno vita breve, e che per questo risultano vani». Tra i punti presentati da alcuni enti beneficiari dei finanziamenti c’è anche la creazione di sportelli d’ascolto. «È una cosa che capisco poco. Non siamo all’anno zero, esiste già uno sportello nazionale coordinato dal ministero. A cosa serve farne altri di carattere locale?», chiede il sacerdote. Che poi conclude con una riflessione: «Si parla sempre di fare rete, ma i tavoli interistituzionali esistono da tempo senza però mai funzionare davvero».


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