Una fontana monumentale, risalente al periodo della dominazione austriaca in Sicilia, con una sorgente di acqua disponibile sia in estate che in inverno. Un connubio tra arte e tradizione fortemente radicato nella popolazione locale e minacciato da un condominio da venti palazzine che sorgerebbero a cinque metri di distanza. Accade nel Catanese, a Vizzini, in contrada Scifo. Sulla vecchia via che porta a Buccheri, nella periferia del Comune, il fontanile vede una costante presenza di cittadini che si riforniscono di acqua. Il caso è stato sollevato dal movimento civico Cambiamo Vizzini dal basso. «Una cooperativa, che ha sede a Ragusa, ha ottenuto le autorizzazioni per realizzare venti palazzine a distanza di cinque metri dalla fontana», denuncia Giuseppe Coniglione, consigliere comunale del movimento.
Dando il via libera all’edificazione, il Comune ha deciso di non tutelare la risorsa idrica e nemmeno il monumento
La fontana dello Scifo – come viene comunemente chiamata dai vizzinesi – «è un bene culturale raro». Restaurata da qualche anno, dopo un lungo periodo di incuria, «è stata costruita nel periodo della dominazione asburgica, tra il 1720 e il 1734. Hanno lasciato questa preziosissima testimonianza a Vizzini», spiega Giuseppe Coniglione. «Nel Piano regolatore la zona è segnata come di espansione residenziale». Revisore del documento è Marco Sinatra, architetto e attuale sindaco di Vizzini. «Nello stesso Prg – prosegue Coniglione – la fontana è riconosciuta come bene monumentale, ma non come punto di acqua». Per una sorta di bizzarria burocratica, «non è iscritta all’apposito registro del genio civile, per loro non è fontana. Ma è lì dal 1700 – sbotta il consigliere – È un’acqua che sgorga naturalmente tutto l’anno, migliore di quella del rubinetto», assicura. «In questa vicenda, dando il via libera all’edificazione, il Comune ha deciso di non tutelare la risorsa idrica e nemmeno il monumento», gli fa eco Pietro La Rocca, anche lui membro del movimento cittadino. «Non c’è stata attenzione nella tutela di questi due beni».
Secondo il movimento civico, il caso la fontana dello Scifo rientra nelle tutele stabilite dal decreto legge 152 del 1999 che «prevede il divieto di costruire a una distanza inferiore ai 200 metri dal punto di captazione dall’acqua», chiarisce La Rocca. «Dalle nostre ricerche risulta che la legislazione è molto chiara. Loro hanno architettato una barzelletta – continua Pietro La Rocca riferendosi ai tecnici comunali – hanno considerato la fontana come punto di erogazione, come se non fosse sorgente, ma una vasca di raccolta di acqua piovana. Ma se così fosse, non ci sarebbe in estate», sottolinea.
Il primo passo, dunque, è stata «un’interrogazione all’ufficio tecnico: abbiamo chiesto se l’iter per la concessione edilizia è stato regolarmente seguito e ci è stato detto che è tutto in regola. Ma non ci hanno risposto in merito al rispetto del vincolo», spiega Coniglione. Da qui la decisione di portare la questione al consiglio comunale di venerdì 20, «dovrebbe risponderci lo stesso sindaco». Nel caso in cui anche in aula la questione non venisse risolta, i membri di Cambiamo Vizzini dal basso promettono battaglia: «Abbiamo intenzione di bloccare tutto in qualsiasi modo possibile – assicura Giuseppe Coniglione – Il paese è dalla nostra parte».
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