È stata apposta la firma sul documento che farà della struttura la più grande area museale al coperto della Sicilia orientale. La Regione, adesso provvederà a demolire alcuni edifici e manufatti non di pregio
Vittorio Emanuele, firmata convenzione per polo museale Musumeci: «L’ospedale non sarà più luogo di sofferenza»
«L’ospedale Vittorio Emanuele di Catania cessa di essere quel luogo della sofferenza e della speranza che è stato fin dalla metà dell’Ottocento e diventerà un polo museale». È il presidente della Regione Nello Musumeci a darne conferma dopo avere apposto la firma nell’atto della convenzione che sancisce il trasferimento del presidio ospedaliero di via Plebiscito (a eccezione del plesso Costanza Gravina) dall’amministrazione dell’azienda sanitaria Policlinico Vittorio Emanuele San Marco alla Regione Siciliana.
La struttura, adiacente al complesso monumentale dei monastero dei Benedetti (che ospita alcune facoltà dell’Università di Catania e la biblioteca Ursino Recupero), nel cuore del capoluogo etneo, diventerà la più grande area museale al coperto della Sicilia orientale. Dopo la delibera della giunta regionale dello scorso 4 settembre, qualche giorno fa era arrivato l’apprezzamento da parte della giunta regionale per una bozza di accordo. L’iter adesso si arricchisce di un nuovo passaggio: l’atto è stato firmato anche dal direttore facente funzioni dell’azienda sanitaria Giampiero Bonaccorsi e dal dirigente generale del dipartimento regionale dei Beni Culturali Sergio Alessandro. Presente anche l’assessore alla Salute Ruggero Razza.
La convenzione ha la durata di quaranta anni, con possibilità di rinnovo. La Regione provvederà alla demolizione di alcuni edifici e manufatti non di pregio, restituendo al complesso e alle zone limitrofe la loro conformazione originaria e riqualificherà gli immobili storici che diventeranno sede del polo museale. «Un polo dove realizzeremo – spiega Musumeci – il museo dell’Etna e della vulcanologia, quello dell’identità e una parte della galleria d’arte che tanto manca alla città. Soprattutto riqualificheremo un intero quartiere, dando finalmente un’anima a una zona che è stata, a ragione o a torto, oggetto di frequenti e non edificanti luoghi comuni».