Il venditore di autoricambi era stato ucciso a colpi di fucile la mattina del 12 settembre 2016, di ritorno dalle ferie. In primo grado Giacomo Iannello era stato condannato a 30 anni e Scionti a 29 anni
Vittoria: omicidio Nicosia, condanne ridotte in Appello Pene dimezzate per Giacomo Iannello e Giuseppe Scionti
Da 30 a 16 anni e otto mesi di carcere per Giacomo Iannello. È questa la principale novità arrivata oggi con la sentenza della Corte d’Appello di Catania sull’omicidio del commerciante di autoricambi Salvatore Nicosia, detto Turi Mazinga, freddato a colpi di arma da fuoco il 12 settembre 2016. Nicosia aveva 39 anni e due figlie ed era incensurato.
A Giacomo Iannello, difeso dagli avvocati Salvo Centorbi e Giovanni Mangione, sono state riconosciute le circostanze attenuanti generiche, ritenute equivalenti alla premeditazione. Condanna ridotta anche per Giuseppe Scionti: da 29 anni a 14 anni e otto mesi. Confermate le condanne di primo grado per gli altri imputati: 16 anni a Carmelo Iannello, padre di Giacomo; dieci anni per Yvan Cacciolla.
Secondo quanto ricostruito dall’accusa, a commettere il delitto sarebbero stati Scionti e Carmelo Iannello, mentre il figlio di quest’ultimo li avrebbe attesi per la fuga. Tra Nicosia e Giacomo Iannello ci sarebbero state liti protrattesi per circa un anno e dovute al pagamento di alcuni debiti del secondo nei confronti della vittima, liti sfociate poi nel barbaro assassinio. La magistratura aveva definito il rapporto tra Iannello e Nicosia viziato da «odio profondo e fortissime tensioni».
Nicosia fu freddato a colpi di fucile davanti al suo negozio, la mattina in cui tornava dalle ferie estive. I quattro condannati sono stati immortalati – prima e dopo l’omicidio – da alcune telecamere di videosorveglianza della zona.