Viterbese-Catania 2-0, ecco chi sale e chi scende Calapai non si ferma mai: momento no per Biondi

Il Catania cede nel finale contro la Viterbese, perdendo l’ottava partita su dodici in trasferta: le tante assenze, unite a uno schieramento raffazzonato, hanno ovviamente inciso sull’esito finale. La gara, infatti, è stata decisa da un colpo di testa quasi fortuito di Molinaro unita a una rete in ripartenza, quando gli etnei erano tutti protesi in avanti alla disperata ricerca del pareggio. La verve di Calapai, Vicente e Mbende merita senza dubbio un elogio. Al contrario, le prestazioni di Biondi, Pinto e Mazzarani sono risultate insufficienti. 

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Calapai: L’espulsione da sostituito, nel concitato finale, non cambia il buon giudizio sulla sua gara. Spinge con costanza dal primo all’ultimo minuto, mettendo in costante apprensione il pur ottimo Errico: cliente assai complicato, quest’ultimo, da tenere a bada. L’unica sfortuna del numero 26 rossazzurro è quella di trovare pochi partner con cui duettare a dovere. Sarno comincia bene ma inevitabilmente si spegne, a causa di condizioni fisiche ancora precarie. Barisic fa quel che può, in una posizione che non è del tutto sua. L’ex terzino destro di Modena e Carpi però cerca di mettere cross interessanti, proponendosi molto spesso come attaccante aggiunto. La sua verve è fondamentale per questa squadra. 

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Vicente: La gara che ha bagnato l’esordio dal primo minuto del numero 4 è assolutamente positiva. Si piazza in mezzo al campo, dirigendo il traffico con buon piede e bella personalità. Il problema più grande è legato al fatto che l’ex Akragas predica nel deserto, date le grandi difficoltà odierne del duo Biondi-Mazzarani: è sua l’azione più pericolosa di tutta la gara, col gran destro che al 45′ chiama Pini al grande intervento. Cala in maniera progressiva nella ripresa: elemento comprensibile, non avendo praticamente giocato nella prima parte di stagione. La sua sensibilità nell’organizzare il gioco, però, si rivelerà ancor più preziosa quando la forma andrà a migliorare. 

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Mbende: Era l’unico difensore di ruolo (a parte il classe 2002 Pino in panchina) a poter essere considerato immediatamente abile e arruolabile. Saporetti e Noce sono ko, Esposito e Silvestri squalificati. Il colosso camerunese però non si fa intimidire dall’emergenza, disputando una gara attenta accanto a due centrali adattati come Biagianti e Marchese. Sempre puntuale negli anticipi, il numero 3 degli etnei è bravo anche a rincorrere e sradicare palloni agli avversari, nonostante la sua notevole stazza. Non ha colpe sui gol: in occasione del raddoppio, addirittura, era stato spostato da Lucarelli a fare l’attaccante aggiunto. Prestazione di spessore. 

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Biondi: Ennesima gara sotto tono per il talentino rossazzurro classe ’99. Ennesimo cartellino giallo tra l’altro: e, tanto per non farsi mancare nulla, ennesima sostituzione al 45′ da parte di Lucarelli, per evitare il rischio di giocare buona parte della ripresa in dieci. La sua giovane età è un fattore da tenere in debita considerazione, assieme al fatto di giocare in un contesto particolarmente complicato a livello ambientale. Tanti passaggi sbagliati per l’ex Messina, assieme a troppi contrasti persi in mezzo al campo. Il ragazzo manca di lucidità: il suo ritorno ai massimi livelli, però, è molto importante. La speranza è che arrivi il prima possibile.

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Pinto: Le considerazioni sulla sua prestazione possono essere copiate e incollate rispetto a quanto detto alla fine della vittoriosa gara sull’Avellino di mercoledì scorso. L’impegno e la corsa non si discutono: i limiti tecnici, però, paiono evidenti. Ne sono testimonianza le tante palle perse quando si trattava di innescare ripartenze pericolose, i numerosissimi cross sbagliati, i tanti errori anche nel caso di passaggi apparentemente facili da effettuare. Su quella fascia, però, non ci sono alternative. Il giocatore è questo, sarà necessario convivere con i suoi pregi e difetti fino alla fine della stagione. 

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Mazzarani: Spiace dirlo, ma Mazzarani è sembrato un pesce fuor d’acqua. La colpa, però, è sua solo in parte. Le  condizioni fisiche sono infatti precarie e la necessità di schierarlo sin dal primo minuto è anche legata all’impossibilità di adoperare alternative subito pronte. Il numero non trova mai quel colpo di genio a cui ci ha abituato. La sua è una partita costantemente sotto traccia, priva di illuminazioni improvvise e di imbucate vincenti, senza quegli strappi in avanti che costituiscono parte integrante del suo bagaglio tecnico. L’augurio è che, per lui, i problemi fisici siano finiti. Mazza, quando sta bene, è uno di quei giocatori che può fare la differenza anche e soprattutto quando entra a gara in corso. 


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