La denuncia arriva dalla deputata pentastellata dell'Ars Claudia La Rocca, che attacca le amministrazioni Palermo e Catania ree di non avere sfruttato i fondi regionali. Il bando, esitato da Palazzo degli elefanti tre anni dopo la messa a disposizione del denaro, potrebbe però essere a un punto di svolta
Violenza di genere, 175mila euro assegnati e non spesi M5s: «Spreco». Thamaia: «A giorni l’esito del bando»
Soldi pubblici per contrastare la violenza di genere impegnati e mai spesi. È la denuncia di uno spreco e di un’opportunità mancata quella che arriva da Palermo e investe sia il capoluogo siciliano che il Comune di Catania. A formulare l’attacco è la giovane parlamentare del Movimento 5 stelle Claudia La Rocca, attraverso una nota pubblica e una lettera di chiarimento spedita alle rispettive amministrazioni. Perché, a distanza di quattro anni dall’impegno di 500mila euro da parte di Palazzo d’Orleans, nessuna delle due città ha investito quei fondi vincolati a iniziative di informazione e prevenzione del fenomeno, e all’apertura di centri antiviolenza, case di accoglienza o avvio di programmi di reinserimento lavorativo. «Nell’era in cui il denaro pubblico scarseggia è assurdo sapere che c’è una cifra del genere parcheggiata dal 2012», dichiara a MeridioNews La Rocca.
La deputata pentastellata – componente della commissione al Bilancio dell’Ars – ha scoperto tra le carte dell’assessorato regionale alla Famiglia che l’impegno di quei fondi non ha avuto il naturale esito dell’utilizzo. Il Comune di Catania – al quale è spettato il 40 per cento del denaro – ha effettivamente indetto una gara d’appalto per l’assegnazione nel 2015, cioè a tre anni di distanza dalla ricezione dei 175mila euro complessivi. Soldi così distribuiti: circa 102mila euro per il costo del personale, poco più di 35mila per i tirocini formativi e 37mila per laboratori, campagne informative, attività di sensibilizzazione e prevenzione. Ma che l’ente ha temporeggiato prima di mettere a bando. «I 500mila euro erano da ripartire tra il distretto sociosanitario palermitano e quello catanese perché si trattava degli unici che disponevano dei requisiti necessari, in quanto capofila», spiega La Rocca. «Mi rendo conto dell’esiguità del capitale di fronte alle necessità ma sarebbe comunque un punto di partenza», conclude l’onorevole pentastellata.
A presentarsi alla gara d’appalto catanese è stata, poco dopo la pubblicazione della gara, la onlus Thamaia. L’associazione – guidata dall’avvocata e attivista Loredana Piazza e nata nel 2003 per contrastare la violenza di genere – ha più volte sollecitato l’amministrazione comunale per spingere sulle procedure di aggiudicazione. Un esito che ancora non c’è ma per il quale l’attesa potrebbe essere, a distanza di poco più di un anno, solo di qualche giorno. «Aspettiamo la comunicazione ufficiale della nostra vittoria da parte dell’assessorato competente», afferma Piazza. I tempi lunghi dovrebbero essere da attribuire «a questioni prettamente burocratiche e al fatto che l’ente ha lavorato molto per esitare un bando preciso e dettagliato», conclude la presidente di Thamaia. Che dovrebbe firmare un contratto di servizio della durata di dodici mesi, rivolto alle donne vittime di violenza e ad adolescenti e insegnanti degli ultimi due anni di un liceo del Comune. A sciogliere le riserve potrebbe essere il titolare dell’assessorato alle Politiche sociali, l’assessore Angelo Villari che MeridioNews ha provato a contattare per una replica senza ottenere un esito positivo.