Giovanni Scalia è un ex militare che è stato affetto da un linfoma dopo una missione in Kosovo. Partecipa a un bando indetto dal Comune di Acireale per le categorie protette ma l'esito viene ribaltato e adesso l'uomo promette una battaglia giudiziaria
Vince un concorso ma su Facebook scopre l’esclusione «Per partecipare serviva l’iscrizione nelle liste 2017»
Ha vinto un concorso pubblico, ma subito dopo scopre attraverso Facebook di essere stato escluso. È quanto accaduto a Giovanni Scalia, 43enne di Aci Catena, che nel 2018 ha partecipato a un bando indetto dal Comune di Acireale per sei posti – tre per la categoria di giardiniere e tre per operaio generico – riservato ai disabili iscritti alle liste del collocamento. Scalia, ex caporale maggiore dell’esercito italiano, nel 2010 è stato affetto da linfoma dopo avere partecipato alle missioni in Kosovo negli anni novanta. Un passato in prima linea che adesso lo ha fatto rientrare tra le categoria delle vittime del dovere, e come disabile ministeriale ha diritto alla chiamata nominativa obbligatoria.
«Ho partecipato al bando credendo di essere assunto con chiamata diretta – racconta a MeridioNews -. Il Comune mi ha risposto che dovevo iscrivermi al collocamento mirato e partecipare comunque al concorso. Cosa che ho fatto risultando poi tra i vincitori». Non c’è però il lieto fine, perché poco dopo arriva l’amara sorpresa. «Dopo avere accettato la mia documentazione, a maggio scorso il Comune di Acireale mi comunica che ci sono dei problemi ad assumermi. Qualche giorno fa il sindaco ha annunciato tramite un post su Facebook, con foto, le nuove assunzioni e, colto di sorpresa, scopro che io non ne facevo parte».
Dal canto suo il sindaco Stefano Alì risponde: «Scalia non è stato escluso da noi, ma dall’ufficio provinciale del Lavoro: dalla documentazione che è stata trasmessa sembrava che i requisiti ci fossero, ma l’ufficio provinciale ci ha dato parere negativo. Adesso la graduatoria va avanti per scorrimento». L’ex militare però non è intenzionato a farsi da parte e vuole portare avanti la sua battaglia: «A maggio ho inviato una Pec al sindaco tramite il mio avvocato. Chiedevo spiegazioni sull’esclusione, ma non ho ricevuto risposta – aggiunge Scalia -. Questo è un ulteriore elemento che ci spinge ad andare avanti con l’intenzione di rivolgermi alla magistratura».
Scalia è convinto di aver svolto tutto correttamente. L’inizio di questa vicenda risale al 22 marzo 2018 quando, a tre giorni dalla scadenza dal bando, l’ex militare si iscrive alle liste di collocamento mirato presso l’ufficio provinciale di Catania nella categoria delle vittime del dovere. Una volta che la sua documentazione viene considerata idonea sostiene egli esami. Il 17 maggio scorso, dopo essere stato dichiarato vincitore, gli uffici di via Lancaster gli comunicano che risulta iscritto al collocamento mirato con la legge 68/99, ma che non è inserito nelle graduatorie come spiegato anche nei requisiti del bando.
Scalia, incredulo per l’accaduto, non si abbatte e così prova a rivolgersi all’ufficio provinciale. «A Catania mi hanno detto che per partecipare al bando svolto nel 2018, dovevo essere iscritto nelle liste del 2017. Io tutte queste cose non le sapevo e non erano citate sul bando, altrimenti non avrei partecipato». Quanto affermato da Scalia viene confermato anche da Salvatrice Rizzo, responsabile del collocamento mirato di Catania. «Dai fascicoli ci risulta che Scalia è regolarmente iscritto dal 2018 con tanto di certificato, ma al momento in cui il Comune ci ha chiesto i requisiti abbiamo dovuto fare riferimento alle liste del 2017 – replica a MeridioNews – Il concorso è stato indetto a febbraio del 2018 e noi dobbiamo rifarci alle liste che vengono pubblicate a marzo, che però fanno riferimento all’anno precedente»