«Già da un po' si registrano episodi strani nell'istituto». Così uno studente scrive a MeridioNews. Alla sua denuncia si aggiungono le testimonianze dei colleghi. Ultimo caso, lo scippo di un'anziana signora nel giardino interno. Il direttore del dipartimento risponde: «Il controllo delle vie circostanti spetta al Comune»
Villa Cerami, studenti chiedono più sicurezza Tra furti, spaccio e abusivi in pieno giorno
L’ultimo caso è lo scippo di un’anziana signora nel giardino di villa Cerami, sede del dipartimento di Giurisprudenza di Unict. La proverbiale goccia che ha fatto traboccare l’esasperazione degli studenti, che si dicono stanchi di sentirsi insicuri appena fuori dai cancelli della sede universitaria e, a volte, anche all’interno. «Già da un po’ si registrano episodi strani nell’istituto», denuncia a MeridioNews uno studente, che lamenta la mancanza di attenzione «sulla situazione sicurezza sia dentro che nelle vie antistanti, visto anche che ogni giorno decine di turisti visitano la villa». Furti di motorini e bici, posteggiatori abusivi, tentativi di fermo e rapine riuscite sono tra le denunce più diffuse. Confluite in una petizione e diverse lettere con richieste rimaste però «del tutto ignorate», scrive lo studente. «Ammesso che ne avessimo le risorse, e non le abbiamo, il dipartimento non può farsi carico della sicurezza nelle vie circostanti che spetta invece al Comune di Catania. Tutti ci siamo più volte lamentati», risponde Roberto Pennisi, direttore del dipartimento di Giurisprudenza. Che racconta come il filo con i carabinieri sia sempre diretto, per denunciare tutto quello che succede all’interno di villa Cerami.
«Fino allo scorso anno c’era un tizio che più volte ha rubato gli zaini degli studenti – continua Pennisi – Abbiamo consegnato i filmati delle telecamere di sorveglianza ai carabinieri. Nel 2015, comunque, non abbiamo registrato casi simili». Furti che si sommano a quelli subiti dalla struttura qualche anno fa, da cui sono stati portati via computer. Ma se questi episodi sembrano riguardare persone esterne, sembrerebbe non andare meglio tra gli studenti stessi. «Ormai ci si rubano a vicenda anche i libri, pure quelli in fotocopie», racconta un altro studente. Fino ad arrivare al caso di lunedì quando, intorno alle 13, l’anziana signora è stata scippata. «L’hanno seguita e poi le hanno rubato la borsa», spiega una studentessa. Così le forze dell’ordine sono arrivate a villa Cerami, per un intervento che era già il secondo della giornata in zona. «Una ragazza aveva notato una coppia litigare – continua – Praticamente un tizio stava ammazzando a botte sua moglie».
Appena fuori dai cancelli di villa Cerami la situazione peggiora. «La presenza di parcheggiatori abusivi in via Gallo e in via Auletta è fissa – spiega Nicola Calanducci, rappresentante degli studenti – È paradossale, se si considera che siamo a Giurisprudenza». Una lotta quotidiana, a cui si aggiunge il timore di non trovare più il proprio mezzo parcheggiato. «I furti di motorini e biciclette, anche quelle fissate alla rastrelliera di via Crociferi, non si contano più», racconta uno studente. La situazione va avanti da anni: «Una volta a una coppia di ragazzi sono state rubate tre bici in dieci giorni, tutte all’ora di pranzo». E ancora: «Via Penninello e via Crociferi sono ormai isole di spaccio a cielo aperto, già dal pomeriggio», continua Calanducci. Poi ci sono i cosiddetti fermi. Com’è successo due anni fa, alle 15, a Marco Cuttone, dottorando. «Risalivo le scale che da via Penninello portano in via Crociferi, quando tre ragazzi hanno cominciato a chiamarmi e a insultarmi, dicendomi di andare da loro – racconta – Per fortuna io sono riuscito ad allontanarmi, ma mi hanno detto di gente che lì è stata derubata». «Quella strada l’avrò fatta mille volte da studente – continua Cuttone – Ma adesso non la prendo più».
«Quando ero un giovane assistente, alla fine degli anni ’80, la zona era pericolosa – ricorda Pennisi – C’erano furti dentro e rapine fuori. Poi abbiamo vissuto un periodo di tranquillità e ora, da qualche anno, stiamo tornando in quella situazione». A nulla sembra essere servita la petizione firmata dagli studenti, una tra le tante iniziative trasversali. «Penso a quelle di Azione Universitaria, della Destra, di Arcadia o mie – continua Calanducci – in cui più volte abbiamo chiesto a tutte le istituzioni, universitarie e non, di fare qualcosa. Non so se si siano mossi, ma definire eventuali azioni un fallimento è un eufemismo, considerato che la situazione non migliora, ma anzi peggiora sensibilmente». Non risulta un contatto diretto tra università e Comune sul tema. Due le richieste degli studenti: la presenza di altre telecamere e un servizio di sicurezza. «Il problema è l’accesso non regolato alla struttura – commenta uno studente – I due soli addetti si trovano a gestire un flusso che a volte è anche di migliaia di persone, così è impossibile riuscire a tenere tutto sotto controllo». «Sono due portieri – conclude Pennisi – non è una ronda e non mi pare che siamo al punto di istituirla».