Un quarantenne con delle ecchimosi al volto si è presentato al Pronto soccorso del Vittorio Emaunele di Catania spiegando ai sanitari e ai carabinieri di essere stato picchiato dai due stranieri colpiti dagli spari. A raggiungere il 26enne romeno deceduto e l'amico marocchino sarebbero stati tre proiettili calibro nove
Via Scuto Costarelli, in ospedale anche un italiano Probabili motivi passionali al centro delle indagini
Gli investigatori per il momento non si sentono di escludere nulla. Prima di tutto, dato il luogo e l’ambiente, a essere privilegiata è la pista passionale. Una donna potrebbe essere al centro del diverbio finito nel sangue ieri mattina, intorno alle quattro, in via Scuto Costarelli, una delle degradate traverse del viale Libertà, pochi metri prima del piazzale dove si fermano i pullman delle compagnie private. È lì fuori che è stato ucciso un 26enne romeno. Per strada sono stati trovati tre bossoli calibro nove, già prelevati e inviati ai militari del Ris per le analisi balistiche. Tutt’e tre sarebbero stati sparati da un’unica arma e, probabilmente, da un’automobile in corsa. Ancora da stabilire, invece, se gli esecutori dell’agguato siano italiani.
Qualche attenzione di troppo potrebbe essere costato la vita al giovane straniero che, insieme al suo amico marocchino, fortunatamente sopravvisuto ma ora in prognosi riservata in prima Chirurgia al Vittorio Emanuele, si trovava sabato sera all’esterno del locale Yorks Club Onda Latina disco. Insieme a loro, si è presentato inoltre al Pronto soccorso del presidio sanitario di via Plebiscito, anche un 40enne italiano che ha spiegato ai medici e ai carabinieri di essere stato picchiato con strumenti di ferro e preso a schiaffi e pugni dai due ragazzi. L’uomo è stato medicato dai sanitari per una ecchimosi facciale, dopo aver effettuato una tac all’encefalo e una radiografia al collo e allo scheletro costale.
Il locale Onda latina è uno dei tanti ex capannoni industriali del dedalo che si dirama da via Raffineria, dove si trovano anche altre note realtà della movida catanese. Si tratterebbe della stessa discoteca che, a maggio 2015, era stata chiusa dalla questura di Catania. All’epoca era stato denunciato e multato il rappresentante dell’associazione culturale Babilonia, perché quando gli agenti sono entrati nell’immobile hanno trovato una serata con un centinaio di persone, tra cui molte senza tessera soci e il cui ingresso sarebbe stato sottoposto al pagamento di un biglietto di cinque euro. Secondo la polizia, quindi, quella che sulla carta risultava un’associazione sarebbe stata invece una discoteca non autorizzata.