A sei giorni dall'avvio dei lavori per la condotta che porterà i reflui di Aci Castello a Pantano D'Arci, i commercianti lamentano cali nelle vendite fino all'80 per cento. «Finiremo in 45 giorni», dice l'assessore ai Lavori pubblici. Guarda il video
Via Messina, nuova viabilità e calo delle vendite «Ai figli non possiamo portare pazienza e acqua»
Un doppio senso di marcia piuttosto angusto in via Messina, che di solito è un ampio viale in direzione Catania. Inversione completa in via Battello, utilizzata per far defluire le auto in uscita dalla città. Via Aci Castello, frattanto, rimane chiusa, impegnata com’è dalle recinzioni di Comer, l’azienda di Santa Venerina che sta realizzando la condotta che condurrà i reflui di Aci Castello al depuratore di Pantano D’Arci. Sabato scorso i lavori per il collettore hanno fatto il loro esordio sul territorio del capoluogo. Con una viabilità temporaneamente stravolta e code particolarmente dense nelle ore di punta, specie al mattino. Ma gli automobilisti e le loro imprecazioni sono soltanto una parte del problema. L’altra faccia della medaglia è il calo delle vendite scontato da commercianti e rifornimenti di benzina che operano in via Messina.
«Ci stanno dicendo “portate pazienza” – dice a MeridioNews Eleonora Mantovani, titolare di una stazione di servizio Esso – Ma noi non possiamo portare pazienza, perché non possiamo portare, a casa, ai nostri figli, pazienza e acqua». In una settimana, lamenta la donna, la sua attività ha incassato un contraccolpo durissimo: meno 80 per cento nel volume d’affari. Non se la passa meglio Francesco De Fontes, che possiede una tabaccheria all’incrocio tra via Messina e via Battello. «Ho perso almeno il 60 per cento – spiega – Infatti sono arrivate le sigarette e sono rimaste qua. Il prossimo ordine non lo facciamo». Quasi tutte le insegne che punteggiano via Messina lamentano cali vistosi.
«Questi sono lavori che si fanno d’estate – esordisce Concetta Crisafulli, proprietaria di un biscottificio – nel mese di agosto, notte e giorno. Non adesso che c’è la scuola aperta e la gente che deve andare a lavorare». Il timore dei commercianti si addensa sul fattore tempo. Quando si concluderà questo stralcio dell’appalto? «In teoria dovrebbe durare un mese – dichiara Pippo Arcidiacono, assessore ai Lavori pubblici – ma so che di solito questi tempi non vengono mai rispettati. Mi auguro che in 40 giorni, 45 al massimo, avremo finito». Ritorna la parola pazienza. «I commercianti hanno ragione – ammette l’amministratore – stiamo chiedendo pazienza. Abbiamo attivato un’alternativa in via Villini a Mare, che diventa una specie di by-pass. Abbiamo ridotto al minimo i disagi – conclude – e loro (i commercianti, ndr) lo sanno. Ma ripeto: hanno ragione».
I lavori sono scattati nel gennaio 2017, con una previsione di durata di due anni e un mese. Il costo è di 12 milioni e 600mila euro, con un ribasso d’asta di circa il 20 per cento rispetto ai 15 milioni e 800 mila «offerti» dalla stazione appaltante, che è il commissario delegato per l’emergenza bonifiche e tutela delle acque in Sicilia. Fino a oggi le reti metalliche dei cantieri si sono mosse sulla direttrice della strada statale 114, non solo ad Aci Castello ma – sebbene in misura minore – anche ad Acireale e Aci Catena. Con un impatto alterno sul traffico: a volte devastante, a volte sostenibile. Portare pazienza.
Nel volgere dei mesi sono emerse anche le difficoltà finanziarie di Comer, la ditta appaltatrice. Il 29 marzo Franco s.r.l, un’azienda di Lecce, ha trasmesso ai dirigenti dell’azienda un atto di precetto per poco meno di 900mila euro. Con sentenza di secondo grado – e immediata esecutività (ovvero l’indicazione del giudice di onorare il debito senza attendere l’ultimo grado di giudizio), la ditta etnea è stata condannata dalla seconda sezione civile del tribunale di Lecce in una causa che riguarda dei lavori effettuati sulla Marina di Lecce a partire dagli ultimi anni del ’90. Il che aveva messo in allarme il sindaco di Aci Castello Filippo Drago. Arcidiacono, tuttavia, sostiene che «l’impresa chiede di lavorare, fino a oggi non mi hanno dato problemi in questo senso»
A guidare Comer è Salvatore Ferlito, ex presidente dell’Ance Sicilia. Lo stesso che, il 27 maggio 2015, è stato condannato con rito abbreviato a tre anni per truffa, per una vicenda che riguarda la strada provinciale 102/II. L’appalto da quattro milioni e mezzo era stato assegnato a Comer nell’aprile 2011. Secondo la gup Alba Sammartino, Ferlito e Salvatore Basilotta, figlio di Vincenzo e amministratore di una tra le più grandi aziende in Italia di movimento terra, avrebbero stipulato un contratto di nolo a freddo che poi sarebbe diventato di nolo a caldo, nel senso che Incoter, l’azienda di Basilotta, non si sarebbe occupata solo dei mezzi ma anche della manodopera. Mentre Ferlito e la moglie avrebbero incassato lo stesso gli stati di avanzamento dei lavori, causando danno erariale a un’azienda che per altro all’epoca era stata confiscata per infiltrazione della criminalità organizzata. L’aggravante mafiosa invocata dalla procura è stata respinta dalla gup. Il processo è ora in Appello.