Via Maqueda bassa, residenti chiedono aiuto «Viviamo nel degrado, istituzioni ascoltino»

Chiedono con urgenza un piano di recupero che metta in primo piano la vivibilità della via che possa mettere in piena luce le tante risorse che questa parte della città è in grado di offrire alla comunità. La via in questione è la via Maqueda, la parte bassa, quella che va dai Quattro canti fino alla stazione. Residenti e commercianti denunciano un «rapido degrado di quella parte di via reso ancora più evidente dal confronto con l’altra parte della via, quella pedonalizzata che è tornata ad essere scoperta dai palermitani». 

Si sentono abbandonati dalle istituzioni e vorrebbero portare l’attenzione dell’amministrazione su una parte di Palermo dove le varie attività commerciali sono preda di continue rapine Per queste ragioni si sono riuniti ieri nella chiesa dell’Assunta per discutere di possibili azioni da mettere in campo e richieste da avanzare al comune. Presenti la preside della scuola primaria Madre Teresa di Calcutta che sostiene che prima di interpellare le istituzioni «dovremmo fare delle domande a noi stessi, porci interrogativi – dice – ogni mattina quando apriamo la scuola dobbiamo ripulire i gradini da bottiglie di birra e sporcizia lasciata dagli avventori notturni. Questo è inconcepibile, la nostra scuola è frequentata da bambini ai quali dovremmo fornire degli esempi e non è così». 

Anche Nicola Cusumano, fratello dell’assessore comunale Andrea vive nel quartiere: «Dal 2003 mi sono trasferito da Roma a palazzo Cutò in via Maqueda – racconta – pensavo di essere partecipe di un cambiamento in atto nel centro storico della mia città, invece non è stato così. A me piacerebbe che la via fosse pedonalizzata, ma che potesse essere anche vivibile dai residenti. ogni giorno quando io e mia moglie andiamo a prendere i nostri figli a scuola dobbiamo inventarci letteralmente dei percorsi alternativi per arrivare a casa e non è giusto, bisogna prevedere che i residenti e i commercianti abbiamo accesso alle aree pedonalizzate». 

Massimo Di Martino si è inventato Cinema a to casa, un modo diverso di fruire dell’arte cinematografica, e vive anche lui nella via, ma di certo lui e la sua famiglia non ne sono entusiasti: «Sapete quante persone sono residenti in tutta la via Maqueda? – esordisce prendendo il microfono – 600 famiglie in tutto l’asse da piazza Verdi alla stazione centrale, praticamente quante quelle che vivono in un condominio di viale Strasburgo, e sono tutti studenti fuori sede senza contratto ed extracomunitari senza permesso di soggiorno. Io diffido da questa amministrazione che per amore di accogliere ha dimenticato di ricordare ai migranti che arrivano in città che ci sono delle regole da rispettare». Assolutamente contraria invece Vanessa Romano: «Io sono stata studentessa fuori sede in questa città per molti anni – dice – ho girato molte case che danno su via Maqueda in palazzoni storici appartenenti a palermitani, mai nessuno di loro mi ha fatto un contratto. Adesso ho un contratto regolare, peccato però che il mio padrone di casa sia eritreo». Solo un primo incontro questo che è parso più uno sfogatoio, i residenti si sono rimandati ad un incontro per la settimana prossima dove porteranno proposte concrete da fare in autonomia e coinvolgendo l’amministrazione per la rinascita della via.


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