Duro botta e risposta tra il presidente dell'associazione Amari cantieri e i dipendenti della Marchese srl, addetti alle trivellazioni, intenti a costruire un'impalcatura sul marciapiede. Una struttura «abusiva e non consentita» secondo il negoziante che annuncia denunce e si rivolge a Confcommercio. Guarda il video
Via Emerico Amari, tensioni operai-commercianti Raffa: «Mancano ancora i requisiti di sicurezza»
La guerra di nervi tra residenti e commercianti di via Emerico Amari e gli operai che lavorano alla realizzazione dell’anello ferroviario si arricchisce ogni giorno di un nuovo capitolo. Stamattina, tuttavia, i toni, fin qui rimasti sempre pacati, si sono alzati e alla fine sono anche intervenuti i carabinieri. Chiamati da una parte a rilevare la condotta dei dipendenti della Marchese srl, l’azienda che sta svolgendo le trivellazioni sotto subappalto da parte di Tecnis, dall’altra a sedare l’irruenza dei commercianti, da tempo esasperati dal dilatarsi dei tempi di realizzazione dell’opera e dai disagi portati dal cantiere, che occupa tutta la strada. Protagonista dell’alterco Francesco Raffa, presidente dell’associazione Amari cantieri, che – come ogni giorno – documentava con il proprio smartphone l’andamento del cantiere, riprendendo gli operai intenti a costruire un’impalcatura al di fuori delle transenne di protezione, invadendo dunque una porzione di marciapiede libero. «L’impalcatura – racconta il commerciante – quando sarà terminata, non ruberà che una ventina di centimetri a un marciapiede di due metri e ottanta di larghezza, ma non sono comunque autorizzati a invadere questa parte della strada e ormai è diventata una questione di principio. Senza contare che, durante l’installazione, i passanti sono costretti anche ad abbassarsi pur di poter percorrere questo tratto di via Amari».
Alla vista di Raffa, la reazione degli operai non è stata delle migliori, con l’immediata minaccia di chiamare le forze dell’ordine qualora il negoziante avesse continuato con le sue riprese. «Intanto – prosegue Raffa – fango e pietre continuavano a cadere davanti all’ingresso dei nostri negozi e delle case, come spesso accade. Quando l’ho fatto notare, però ho ottenuto soltanto che un operaio chiamasse il collega addetto alla trivella, che si è fermato. Insomma, pare che l’unica alternativa alla mancanza di sicurezza sia fermare i lavori». Il presidente dell’associazione che riunisce commercianti e residenti della zona ha già annunciato che sporgerà denuncia per le minacce ricevute e si è appellato a Confcommercio perché si faccia da tramite per chiedere un incontro e delle spiegazioni al Comune. Da tempo, infatti, gli ostaggi – così sono soliti definirsi – del cantiere di via Amari, non vengono coinvolti dall’amministrazione. Da par suo, tuttavia, il sindaco Leoluca Orlando ha annunciato che dal 2017 ci saranno degli sgravi fiscali per le aziende coinvolte dai disagi del cantiere. Sgravi che tuttavia non convincono Raffa e gli altri. Già nel novembre del 2014 in un incontro pubblico, l’amministrazione comunale aveva iniziato a considerare l’ipotesi degli sgravi, politica che non ha tuttavia avuto un seguito nei fatti. «La riduzione delle tasse sarebbe dovuta entrare in vigore fin da subito, sarebbe stato un atto di sensibilità – prosegue Raffa – Adesso non ci fermeremo a questo, anzi, abbiamo intenzione di chiedere al Comune il risarcimento dei danni che questo cantiere ci ha procurato. Non importa quanto ci vorrà e se l’azione legale richiederà troppo tempo».
Intanto è partita una raccolta di firme per portare all’attenzione del Consiglio comunale la situazione di commercianti e residenti della via coinvolta dai lavori. «Siamo arrivati quasi alle mille firme necessarie perché la nostra interrogazione finisca a Sala delle Lapidi – conclude Francesco Raffa – Vogliamo raggiungere la soglia delle 1500 adesioni per dare più risalto alla nostra richiesta, ma penso che non avremo problemi a farlo. Siamo stanchi delle tante parole che si spendono su questo cantiere ma che poi non corrispondono ad atti concreti. A volte penso che sarebbe stato meglio il silenzio da parte del Comune che non queste continue prese in giro».