Via d’Amelio, rinviata ancora requisitoria dell’accusa Saranno ascoltati pentiti che citano faccia da mostro

Per la requisitoria dei pubblici ministeri che rappresentano l’accusa nel processo Borsellino quater, bisognerà ancora attendere. La Corte d’Assise di Caltanissetta ha accolto la richiesta della Procura di ascoltare Antonino Lo Giudice, detto il Nano, e Consolato Villani, pentiti di ‘ndrangheta i cui racconti di recente sono stati raccolti dalla Procura di Palermo, che ha trasmesso i verbali degli interrogatori ai colleghi nisseni.

In particolare, i due collaboratori di giustizia hanno citato Giovanni Aiello, il poliziotto conosciuto come faccia da mostro, tra coloro che avrebbero avuto un ruolo nella strage di via D’Amelio, in cui morirono il 19 luglio 1992 il magistrato Paolo Borsellino e gli uomini della scorta. Aiello – alla cui identità si è risaliti dopo che per anni gli inquirenti hanno raccolto testimonianze che parlavano della presenza di un uomo con la faccia butterata, in occasioni delle principali stragi di mafia nonché di alcuni delitti rimasti ancora insolut,i come quello dell’agente Nino Agostino, ucciso nel 1989 insieme alla moglie -, secondo Lo Giudice, avrebbe un ruolo nella morte di Borsellino. Villani, invece, avrebbe parlato di rapporti tra lo stesso Lo Giudice e Aiello.

Durante l’udienza di oggi, intanto, i legali degli imputati Salvo Madonia e Vittorio Tutino, hanno chiesto al presidente della Corte, Antonio Balsamo, di astenersi dal condurre il processo poiché lo stesso Balsamo ha presieduto la corte nel processo Capaci bis, nel quale Madonia è stato condannato mentre per Tutino è stata arrivata l’assoluzione. A essere imputati nel Borsellino quater sono anche Vincenzo Scarantino, Francesco Andriotta e Calogero Pulci, accusati di calunnia.


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