L'organizzazione Cooperazione Paesi emergenti (Co.Pe.) ha sede nel cuore barocco della città. Dai loro uffici nella notte sono stati portati via sei portatili e una quarantina di euro. Secondo la ricostruzione di chi lavora per l'associazione - che si occupa di Africa e migrazioni - i ladri sarebbero entrati da una finestra laterale. Guarda le foto
Via Crociferi, rubati i computer dalla sede del Cope «Escludiamo qualunque matrice razziale o politica»
Sei computer e una quarantina di euro. È la refurtiva che è stata portata via dagli uffici del Cope (Cooperazione Paesi emergenti), una organizzazione non governativa che ha sede al civico 38 di via Crociferi, proprio accanto agli spazi della Cgil etnea e nel cuore barocco della città. Questa mattina, quando i volontari sono arrivati nei loro uffici hanno fatto una scoperta che faticano a non definire amara. «Sicuramente è avvenuto stanotte – spiega Valeria Gallitto, responsabile della comunicazione per il Cope – Probabilmente tra le due e le sei del mattino. Via Crociferi è molto trafficata e noi tutti i giorni siamo qui, in ufficio, almeno fino alle 18». Secondo quanto raccontato dai responsabili, non ci sono stati atti di vandalismo e la precisazione che arriva dall’associazione è immediata: «Escludiamo qualunque matrice politica o razziale. Non facciamo attività politica, non siamo schierati, e anche se ci occupiamo di Africa e migrazioni non c’è niente che ci lasci supporre che si sia trattato di un gesto legato al nostro lavoro. È stato, semplicemente, un furto».
Tra i sei portatili e il danneggiamento alla porta del secondo piano, i danni dovrebbero ammontare a qualche migliaio di euro. «I contanti erano pochi spiccioli – continua Gallitto – Giusto quelli che ci servono per le spese vive e la vita quotidiana. Non facciamo attività commerciali». Il danno più grosso, oltre al lavoro dei dipendenti andato perso, è la porta del piano superiore. Per forzarla, è stato danneggiato anche il muro adiacente all’infisso. «In base alla nostra ricostruzione, i ladri sono entrati da una finestrella laterale, accanto al cancello della chiesa di Sangiuliano». Un’apertura senza vetro («Si è rotto con il vento diverso tempo fa») alla quale sarebbe stato possibile accedere arrampicandosi sulla cancellata dell’edificio religioso proprio accanto.
«Qualcuno deve avere notato quella finestrella, o deve avere osservato a lungo. Non è semplice notarla: non dà sul prospetto principale del palazzo». Una volta entrati da lì, i malviventi avrebbero aperto dall’interno il portone principale e poi sarebbero saliti al secondo piano. Lì, per fare irruzione, avrebbero causato i danni più corposi. «Penso sostituiremo la porta con una un pochino più pesante». Che possano essere state una o più persone che frequentano gli uffici è piuttosto difficile: «Non abbiamo una grande utenza – prosegue la responsabile del Cope – Vengono persone che vogliono fare volontariato o che pensano a una particolare esperienza all’estero. Non crediamo che chi ci ha derubati vada cercato tra quelle persone».
I componenti dell’associazione, dopo avere chiamato le forze dell’ordine questa mattina, sono andati a sporgere denuncia in questura. Un aiuto alle indagini potrebbe provenire dalle telecamere di videosorveglianza installate all’esterno della Camera del lavoro, il portone accanto. I sindacalisti della Cgil le hanno messe a disposizione dei volontari e della questura per cercare di capire se almeno da qualche immagine registrata si riesca a vedere chi è entrato, oppure uscito, in nottata dal portone del Cope.