Tra marzo e aprile hanno ferito quattro cittadini e spaventato il resto della città. Ieri sera la polizia ha fermato due amici: C. L., autore materiale degli spari, e C. A,, sua spalla, dopo aver individuato l'appartamento - nella disponibilità del secondo, ma dove non viveva - da cui provenivano i colpi. La responsabilità dei due ventenni sarebbe provata anche da alcune intercettazioni
Via Asiago, arrestati il cecchino e il complice Sparavano sui passanti con una carabina
Era stato soprannominato il cecchino di via Asiago. Ma quello che ancora non si sapeva, oltre alla sua identità, è che avesse anche un complice. Nella serata di ieri la polizia del commissariato Borgo-Ognina ha arrestato due giovani, C. L., 24 anni – trasferito in carcere a piazza Lanza – e C. A., 23 anni – agli arresti domiciliari -, accusati di essere gli autori degli spari con fucili ad aria compressa che, a cavallo tra marzo e aprile, avevano ferito quattro cittadini e spaventato il resto della cittadinanza. I due sono adesso accusati, in concorso tra loro, dei reati di detenzione, porto illegale di arma comune da sparo, lesioni personali e danneggiamento.
Dopo i primi casi di spari denunciati a marzo, tra via Asiago e via Vecchia Ognina, le forze dell’ordine etnee avevano perquisito a tappeto le abitazioni della zona. Fino a quando, con le analisi balistiche della polizia scientifica, è stato possibile individuare lesatta traiettoria dei colpi e così lappartamento da cui era stati esplosi. Proiettili sparati con una carabina modificata: portata a più di 7,5 joule di forza cinetica, affinché riuscisse a colpire a lunga distanza persone e cose.
Le intercettazioni hanno fatto il resto, fornendo agli investigatori le prove della responsabilità dei due. Amici, si vedevano nell’appartamento nella disponibilità di C. A. – che non viveva lì -, per sparare dal balcone. A possedere l’arma e ad avere l’idea di improvvisarsi cecchino sarebbe stato invece C. L.. Così, insieme, avrebbero provocato il ferimento di quattro cittadini: il 31 marzo un uomo ferito all’altezza dell’orecchio destro; il 2 aprile una donna e un uomo feriti entrambi alla testa; lo stesso giorno un’altra donna colpita alla schiena. L’indomani, ad essere raggiunta da uno sparo è stata poi la vetrata della sede dell’avvocatura dello Stato.