«Signorina, si livassi!». Marina Currao, ieri, non ha capito subito perché quelle persone le stessero urlando di spostarsi dal marciapiede di via Adua, nel pieno centro di Catania. Se n’è resa conto neanche un minuto dopo, quando un boato alle sue spalle l’ha avvisata che dal settimo piano del palazzo di fronte al suo era caduta sulla strada una tettoia in legno e lamiera. «Stavo tornando a casa dalla palestra racconta la ragazza quando ho sentito questa gente che mi gridava di togliermi dalla strada e indicava in alto». Dalla sua prospettiva non riusciva a vedere quella copertura che le penzolava sulla testa, così ha accelerato il passo, ha attraversato via Lago di Nicito e ha messo la chiave nel portone del suo condominio, in via Dottor Consoli. A quel punto il rumore. «Nel palazzo da cui è caduta quella cosa ci abita mia nonna prosegue Marina Currao Sapevo che l’altro ieri, per via del forte vento, si erano staccate delle lastre coibentanti, ma non avrei potuto immaginare che sarebbe venuto giù proprio il tetto della mansarda che c’era sull’ultimo piano di quella terrazza». Un altro dei danni del ciclone mediterraneo che sabato e domenica ha imperversato sulla città.
Ma c’è un’altra persona che può raccontare di un pericolo scampato. Lunedì, quasi alle due del pomeriggio Gianluca Nicotra, tornava a casa da scuola. Ha posteggiato la macchina in via Adua, è entrato a casa e, per prima cosa, ha acceso il computer. «Su Facebook ho visto una foto di Marina, la mia vicina dice Gianluca In un primo momento, distrattamente, mi è sembrato di riconoscere la via in mezzo alla quale era caduto quel tetto di lamiera». Poi ha guardato meglio, e ha riconosciuto anche un’automobile accanto alle macerie. La sua vecchia Ford Fiesta grigia. «Era proprio lì sotto, miracolosamente illesa, e non erano passati più di cinque minuti da quando l’avevo posteggiata». Fortunato lui, non altrettanto i proprietari delle due macchine andate completamente distrutte.
«I vigili del fuoco hanno messo tutto in sicurezza». Marina Currao, dalla finestra della sua stanza, osservava le operazioni dei pompieri. «È stato tranciato un cavo dell’alta tensione e s’è rotto un lampione dell’illuminazione pubblica», sostiene Gianluca. E Marina rincara la dose: «So che il giorno prima avevamo chiamato il 115 e che qualcuno era venuto a controllare». Ma poi, secondo il racconto della giovane, erano andati via, dicendo che non c’erano pericoli. I vigili del fuoco, però, negano di aver ricevuto segnalazioni domenica. «L’unica che abbiamo è di ieri, e una squadra è intervenuta».
[Foto di Marina Currao]
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