Versi diversi scene oscene. Una operazione editoriale coraggiosa, che ha visto due giovani scrittori catanesi, Davide Pappalardo e Fabio Stancanelli, che si firmano solo coi nick Deadpoet e Bishop, editare e autoprodursi completamente un libro di racconti e poesie di genere principalmente fantascientifico e cyberpunk. Coraggio che è stato premiato da unaccoglienza positiva e inaspettata. A meno di sei mesi dalluscita del libro, in vendita in tre librerie catanesi (Tertulia, Crisafulli e Megastorie) e su internet (nel sito www.versidiversi.it), la prima tiratura è già completamente esaurita e una nuova tiratura è già in stampa, in corsa per acciuffare il Natale, con uno slogan già pronto: Versi diversi, la strenna oscena.
A Natale in libreria come Bruno Vespa e il suo panettone natalizio, ragazzi?
Bishop: Beh, lidea è proprio questa. (ridono). Abbiamo chiesto che nelle librerie venga messo proprio accanto ai libri natalizi. Così diamo unalternativa editoriale.
Deadpoet: E così vendiamo meglio (ride)
Rivoluzionario sotto tutti gli aspetti. I contenuti, lautoproduzione, laspetto generale del libro, soprattutto la scelta di non rincorrere una casa editrice ma correre con le proprie gambe. Come valutate finora levolversi di questo esperimento?
Deadpoet: Non posso non dirti che in maniera positiva. Il libro è venuto proprio come lo volevamo, e siamo contenti di aver potuto scegliere i contenuti che volevamo e metterli nella maniera che volevamo.
Bishop: Laccoglienza della gente che lo ha letto è stata una delle cose che ci ha fatto più piacere. Molti ci hanno mandato delle e-mail scrivendoci: sono rimasto folgorato. Alcuni ci hanno voluto anche incontrare di persona. Molti semplicemente ci hanno detto non avevamo mai pensato che si potesse fare un libro: pensano che si possa scrivere un libro, ma non pensano si possa fare lo step successivo, impaginarlo e pubblicarlo. Un ragazzo ci ha detto proprio questo, che per lui avevamo aperto la strada. Il giorno dopo è andato in tipografia e per fare un regalo ha fatto stampare un paio di copie del manoscritto di un amico.
Deadpoet: Ovviamente qui non stiamo parlando di un libro stampato per puro piacere personale. Ci sono tanti che stampano un libro per tenerselo per sé o darlo a parenti e amici. Noi abbiamo fatto una cosa completamente diversa. Versi diversi è stato concepito dallinizio come un prodotto editoriale. Anche se allinizio non volevamo neanche metterlo in libreria ma usarlo solo come un veicolo promozionale.
E invece in libreria lavete messo. E con che risultati. A meno di sei mesi dalla prima tiratura, una prima ristampa.
Deadpoet: Tieni conto che parliamo sempre di tirature molto piccole. Però sì, senza nessuna pubblicità abbiamo venduto bene, anche se non era questo il nostro obiettivo principale.
Bishop: E avere un riscontro così deciso ovviamente non fa male.
Deadpoet: Assolutamente no, infatti abbiamo modificato in itinere le nostre priorità. Se il libro è stato accolto così bene, e piace, stampiamone ancora.
E qual era in origine lobiettivo principale?
Deadpoet: Farlo girare, farne parlare, avere qualche recensione, mandarlo a qualche divulgatore, magari a livello nazionale. In ultima analisi: forzare un mercato editoriale sempre più sclerotizzato, per cui magari non puoi pubblicare fantascienza o pulp, per cui in libreria le novità vengono castrate, per cui per esordire devi essere una ragazzina o scrivere improbabili storie lagnose su adolescenti, o ventenni, o trentenni in crisi. Anche noi parliamo damore, di trentenni, di crisi o di aspettative, ma è il modo in cui lo facciamo che cambia.
Bishop: Tanto è vero che il maggior successo il libro lo sta avendo tra i ragazzini. Ragazzini! Un giorno ero in libreria e vedo un ragazzino, poteva avere quindici anni, che compra il nostro libro. Lo fermo e gli chiedo, scusa perché hai comprato questo libro? e lui prima mi chiede se sono un poliziotto, e quando io gli dico di no, rassicurato fa ma questo è il libro di 61!
61?
Deadpoet: E il graffito che abbiamo fotografato e utilizzato come copertina del libro. 61 dovrebbe essere una crew di graffitari che riempie di graffiti i muri della città e dellhinterland. Abbiamo scelto di utilizzarlo come copertina perché è urbano, controverso, ultramoderno, vibrante un po’ come i testi che abbiamo cercato di raccogliere nel libro.
Bishop: E a quanto pare i ragazzini si sono sparsi la voce e ora in libreria cercano il libro di 61
Deadpoet: Che poi noi tra parentesi vorremmo conoscerlo questo 61. Anzi, se qualcuno dei vostri lettori lo conosce, ci dia una dritta per rintracciarlo. Se incontriamo 61, gli diamo una copia del libro.
Bishop: Se non ce lha già. (ridono)
Parliamo un poco dei testi. Avete raccolto poesie e racconti principalmente di genere fantascientifico, ma ci sono anche pezzi più sentimentali (Sentimentalissimo, Jeannie) o anche riflessivi. Cè anche limmancabile pezzo sui trentenni in crisi (30 Years Young) che odiavate tanto. Perché fantascienza, perché poesia, perché questo mix? In sostanza qual è la vostra concezione di letteratura?
Deadpoet: Ma te lho detto, non è che non ci deve essere questo o quello, limportante è come ti senti di dire le cose. Non cè un modo obbligato per dire: questo è poesia, questo no. Tanto è vero che io amo scrivere in molti generi, ma la contemporaneità, la fantascienza, il cyberpunk, il pulp, ci affascinano troppo.
Bishop: Lynch, Cronenberg, Carpenter
Deadpoet: Matheson, Dick, Ballard, Gibson (devo fermarli, Ndr)
Deadpoet: Non mi dimenticherò mai quando Fabio, Bishop, vinse un premio con la poesia Con(tro)fusione, nel concorso Arte e folklore di Sicilia e andammo alla premiazione, e lui salì sul palco a leggere la poesia. Tutti erano là a declamare poesie in dialetto sui mandorli in fiore e lui attaccò La confusione è una lastra di marmo bianca
Bishop: Avevamo bevuto due whisky prima
Deadpoet: Dovevamo festeggiare no?
Che male vi hanno fatto i mandorli in fiore?
Deadpoet: Ah guarda, io sono un futurista, uccidiamo il chiaro di luna! (ride) No, scherzo. Lo ripeto, sono modi di dire le cose. Limportante è che la poesia, la letteratura, sia sentita, non diventi solo un manierismo. Poi tutti i generi sono validi. Io ho scritto anche cose in stile verista, quasi verghiane.
Bishop: E col nostro tipografo, il sig. Gagliano, parliamo in dialetto. Lui scrive i Post-it in catanese: Attruvamu a nova vessioni do Pagemaker, MARRACCUMANNU
A proposito di Catania. Che rapporto cè tra Versi diversi e la nostra città?
Bishop: Strettissimo
Deadpoet: Milano ci fa il solletico.
Bishop: Molti dei pezzi del libro sono stati scritti immaginandoli nelle nostre strade, nei nostri bar, nei nostri pub. Il Portobello, Piazza Teatro Massimo, via Etnea.
Deadpoet: A me fa rabbia che una città vivace dal punto di vista culturale come Catania debba essere sempre una periferia culturale. Tutto quello che è moderno si fa altrove, a Milano, nel nord, in Europa. Ma non è vero. Noi siamo avanti. E che poi, a causa di un provincialismo assolutamente mentale, prima ancora che culturale, un provincialismo mentale che abbiamo noi stessi e che hanno quelli che ci guardano dal di fuori, noi siamo solo quelli del sole, del mare, dellarancino caldo. E per il fatto che il potere mediatico è concentrato soprattutto in altre zone dItalia, tutta la produzione culturale che si fa a Catania non arriva a sfondare fuori, mori nta lovu, come si suol dire. E la storia della scena catanese musicale degli anni 80/90. Ti sei mai chiesto dovè andata a finire? Questo è uno stato delle cose contro cui ci sentiamo assolutamente di dover combattere.
Quando un Versi diversi scene oscene 2?
Bishop: Ci stiamo già lavorando.
Deadpoet: Cè già la copertina e un paio di pezzi, tra cui un dirompente nuovo pezzo di apertura di Bishop, La vita ai tempi dei centri commerciali
Bishop: E i soldi per stampare al sig. Gagliano come glieli diamo? (ridono)
Deadpoet: Già, prendiamola solo come scherzo, anzi come augurio. Per ora pensiamo solo alla nuova tiratura di Versi diversi scene oscene 1. E se mi permetti di fare un po di pubblicità, Versi diversi, a Natale a soli 5 euro nelle librerie Tertulia, Crisafulli o Megastorie.
Bishop: La vostra strenna oscena.
(ridono)
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