Da un mese nel capoluogo gira per le strade alla scoperta di storie ed esperienze da pubblicizzare per gli stranieri innamorati dell'Italia. «Si sa ancora poco in giro della città» dice la 34enne, di origini bulgare e con cittadinanza italiana. Che dimostra di aver già appreso pregi e difetti dei palermitani. Guarda le foto
Veronica, l’insegnante di italian lifestyle per stranieri «Palermo ha tutte le opportunità ma non le sfrutta»
Parla sette lingue («bulgaro, russo, francese, italiano, inglese, un po’ di tedesco svizzero e un po’ di mandarino»), viene dalla Bulgaria ma dice di sentirsi «molto italiana», e organizza per gli stranieri corsi e viaggi nel Belpaese, affinchè possano «imparare nuove competenze». Veronica Vassileva ha 34 anni, da dieci anni gira la penisola in qualità di «italian lifestyle coach» e da un mese risiede stabilmente a Palermo. A chi vuole visitare la città Veronica indica i locali dove andare a mangiare, i monumenti da visitare, le maniere per approcciarsi agli autoctoni e lo stile di vita da adottare.
«Ero stata qui l’anno scorso per qualche giorno – dice – e mi era piaciuto molto, ma volevo capire se il mio era l’entusiasmo della turista o se c’era qualcosa di autentico. Palermo è spettacolare in quanto a patrimonio storico culturale, se ne sa ancora poco in giro, sono contenta che abbia vinto il premio per la capitale della cultura, spero che i fondi vengano ben utilizzati anche se sono pochi».
Sul sito da lei stessa creato scrive in inglese e organizza quelli che definisce ritiri autentici: «Non è la tipica vacanza ma chi partecipa fa una full immersion nella cultura locale e impara nuove skills – vivendo storie, esperienze, culture – che poi le rendono più attraenti come persone. I ritiri autentici sono molto richiesti in America e in Canada». Veronica ha vissuto per anni a Firenze (e si sente dalla c aspirata, tipica dei toscani, con la quale parla di ‘asa) poi a Capri, Roma e in Sardegna. Da qualche tempo la permanenza in Sicilia, prima a Siracusa, Catania e Taormina. E ora di nuovo Palermo. «Da esterna la prima cosa che noto – afferma – sono le facciate e i cortili non curati, la spazzatura in giro, la città mi dà un senso di insicurezza fisica molto forte, mi ritengo fortunata perché parlo la lingua e riscontro comunque un’incredibile gentilezza e disponibilità, una caratteristica più siciliana che italiana».
Veronica si pone spesso il problema della percezione, sia da una parte che dall’altra: «Posso capire le difficoltà che Palermo e la Sicilia affrontano, però è difficile spiegare a un turista la mancanza di senso civico, di come le persone non contribuiscano a curare i posti dove vivono, specie quando non dipende dai politici dal luogo ma da loro stessi. Io ho studiato gestione alberghiera, una delle regole fondamentali è trattenere l’ospite e offrirgli tutti i servizi. Palermo ha tutte le opportunità ma non le sfrutta fino in fondo».
E se le pesa anche un’altra cronica lacuna palermitana, vale a dire quella della scarsa presenza di «mezzi di trasporto, se non hai la macchina in Sicilia difficilmente ti sposti», Veronica continua a stupirsi della «naturalezza dei rapporti tra siciliani e le persone che non sono del luogo: manifestano una dinamica che nel resto del mondo viene cercata. Voi forse avete questo sentire per via di tutti i popoli che sono passati qui e apprezzate le persone per ciò che fanno e ciò che dicono, non c’è un’inquadratura a seconda della propria provenienza».