Il politico greco, fondatore del movimento DiEM25 attraverso il quale vuole rilanciare un’immagine più unita dell’Europa, fa tappa nel capoluogo, per lui uno dei simboli di integrazione. Per l'ex ministro ellenico, «Il problema è l'establishment europeo»
Varoufakis al cinema De Seta per parlare di accoglienza «Migranti da gestire non come emergenza: Palermo lo fa»
Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze greco in Italia per soli quattro giorni, sceglie tra le sue mete anche Palermo per discutere di migranti, accoglienza e integrazione. Argomenti, questi, alla base del movimento che ha lanciato nel febbraio 2016 a Berlino, DiEM25, ovvero Movimento per la democrazia in Europa, e si pone come termine l’anno 2025 per rilanciare e concretizzare un’idea nuova di Europa, che significa soprattutto unione di popoli. «Gestire l’emergenza migranti come se non lo fosse: è questa la ricetta giusta, ed è quello che sta facendo Palermo, per questo l’ho scelta come tappa», commenta il politico. Secondo lui i veri nemici da ‘fare fuori’, oggi, non sono che «austerità, crisi economica ed aumento dei prezzi». In una parola, l’establishment europeo e tutto quello che a catena crea «un senso di insicurezza nella gente, che si sente disorientata e che finisce per attribuire la propria paura al diverso».
Il compito di DiEM25 è quello di spiegare questa crisi economica e le sue reali origini e conseguenze. «Il problema oggi è l’oligarchia di un’Europa troppo spesso subalterna ai singoli Stati, non certo i migranti». È per questo che il suo consiglio è quello di praticare una sorta di disobbedienza costruttiva: «Dire “no” soltanto non è sufficiente, serve una proposta concreta – spiega il politico – Serve insomma un’alternativa a questo establishment. Abbiamo bisogno di un piano politico completo e dettagliato che sia l’antidoto contro l’idea che non ci sia alternativa a quello che accade adesso». A dare ragione all’ex ministro greco è il sindaco Leoluca Orlando, presente all’incontro organizzato questa sera al cinema De Seta, ai Cantieri Culturali alla Zisa, che però usa toni anche più duri: «Credo vada denunciato con tutta la forza possibile l’attuale sistema europeo – dice senza troppi giri di parole – L’Unione Europea stessa è subalterna a certi stati in particolare. Sono certo che si celebrerà un secondo processo di Norimberga».
Orlando contesta, e non è la prima volta, la distinzione fra migranti economici e rifugiati, per poi assestare un’altra dura considerazione: «L’Europa in questo momento sta commettendo reati. Io sto rispettando la normativa europea del diritto d’asilo, il diritto di essere accolto – spiega il primo cittadino – Siamo in presenza di una straordinaria rivoluzione indotta dalla mobilità internazionale. Non la considero un’emergenza, quella migratoria, ma una sorta di messa in mora di quello che siamo all’interno del Mediterraneo. Palermo ha accettato la sfida e si è posta fuori dall’emergenza non vedendo i migranti in quanto migranti. La mobilità internazionale ci interroga proprio sul rispetto dei nostri diritti».
Presente all’incontro, al quale sono accorsi numerosi cittadini che in pochissimi minuti hanno riempito e affollato l’intera sala, c’è anche l’autore e attivista politico Lorenzo Marsili, vicino a DiEM25 di Varoufakis: «Palermo sta dimostrando che è possibile aprire una porta in maniera sostenibile, a dispetto della repressione scelta da molte altre città e Stati, è un esempio a cui guardare – commenta – Non esiste nessun problema migratorio se l’Europa è coesa, se organizza corridoi umanitari sicure e alternativi come già fa la comunità di Sant’Egidio».