Il busto dell'insegnante, collocato nella villa comunale di Adrano, è stato danneggiato da ragazzini di cui si cerca l'identità. Sconcerto nella città natale del professore, condannato dal regime fascista e morto nel 1945 nel lager di Mauthausen. L'appello degli eredi
Vandalizzata la statua di una vittima della Shoah Sfregiato Salanitro a pochi giorni dal 27 gennaio
Un increscioso episodio di vandalismo si è verificato ad Adrano, all’interno della villa comunale, dove un gruppo di ragazzini, forse minorenni, ha danneggiato la statua di Carmelo Salanitro, nota figura dell’antifascismo italiano. Docente di latino e greco, oppositore al regime mussoliniano, morì nel lager nazista di Mauthausen il 24 aprile del 1945. Il danneggiamento è avvenuto nella tarda serata di mercoledì. I vandali, armati di due grosse pietre hanno colpito, in modo ripetuto, il busto di Salanitro, sfregiato ora in più parti: un orecchio è stato fatto a pezzi. Ad impedire ulteriore danni l’arrivo del custode del giardino pubblico che ha messo in fuga i vandali, riusciti a far perdere le loro tracce. Sul posto sono poi giunti gli agenti del locale commissariato di polizia e i vigili urbani: le autorità stanno tentando di identificare gli autori dell’insano gesto.
Amarezza è stata espressa dal sindaco Angelo D’Agate: «Si tratta di atti indegni che oltraggiano una persona che ha sacrificato la sua vita per gli ideali di libertà e di pace – ha detto – esprimiamo sdegno e ferma condanna per il vile gesto, ancor più esecrabile perché compiuto nell’imminente ricorrenza della Giornata della Memoria del prossimo 27 Gennaio».
Ma chi era Carmelo Salanitro? Insegnante nato ad Adrano, esponente del Partito Popolare, lavorava al liceo classico Cutelli di Catania. A ricordarlo è la nuora Maria Salanitro Scavuzzo: «Per denunciare gli orrori della guerra scatenata dalla dittatura fascista, nascondeva bigliettini scritti a mano nel liceo Cutelli dove insegnava e in altri luoghi catanesi – scrive la donna – e per questo, nel febbraio del 1941, fu condannato a 18 anni di carcere dal Tribunale speciale per la difesa dello stato». Nel 1940 infatti fu scoperto e denunciato dall’allora preside del Cutelli. «Poi, dopo l’armistizio del 1943 – racconta Scavuzzo – i nazifascisti lo prelevarono dal carcere di Sulmona per deportarlo nel lager austriaco».
La donna rievoca anche altri episodi di violenza contro il busto del suocero: «Già nel gennaio del 2007 il busto era stato fortemente danneggiata, oggi come allora ci trovaimo davanti a un ignobile atto di chiaro stampo fascista». Maria Salanitro Scavuzzo chiude con un appello: «Nel muovere appello alle forze dell’ordine ad avviare celermente le indagini, invitiamo l’amministrazione comunale di Adrano a restaurare con immediatezza il busto del martire antifascista in vista dell’annuale commemorazione che si svolge il 27 gennaio, davanti al busto, in memoria dei deportati di Adrano».