Valle del Mela, perché Terna deve andare via

La redazione di LinkSicilia ha intervistato il professore Pietro Di Marco, docente di Ematologia del Policlinico di Palermo. A lui abbiamo chiesto quali potrebbero essere i rischi cancerogeni a cui vanno incontro gli abitanti della Valle del Mela e tutti coloro che sono esposti alle emissioni elettromagnetiche degli elettrodotti.

“Esistono due tipi di radiazioni: ionizzanti e non ionizzanti – ci dice precisato il prof. Di Marco  (nella foto a sinistra)-. Le prime, sono le radiazioni gamma ed i raggi X, impiegati da molti anni nella diagnostica radiologica e possono dare luogo a patologie neoplastiche maligne. Basti ricordare l’enorme laboratorio scientifico di Hiroshima e Nagasaky, le cui popolazioni furono colpite da un gran numero di casi di leucemia linfatica”.

“Le radiazioni elettromagnetiche, invece – prosegue il docente – non sono ionizzanti. Studi americani della fine degli anni ‘70 del secolo passato dimostrarono proprio che la popolazione infantile che viveva in prossimità delle centrali elettriche aveva una frequenza di leucemia maggiore. Va però sottolineato – precisa il professore Di Marco – che i risultati degli studi sugli effetti delle onde elettromagnetiche non consentono di affermare un nesso certo tra leucemia ed esposizione”.

Chiediamo, allora: qual è il grado di pericolosità delle onde elettromagnetiche? “Per valutare la cancerogenicità di una sostanza, ci riferiamo alla classificazione della International Agency for Research on Cancer (IARC) – spiega il docente -. La IARC definisce quattro gruppi di cancerogenicità: gruppo 1: cancerogeno accertato per l’uomo; gruppo 2a: probabile cancerogeno per l’uomo; gruppo 2b: sospetto cancerogeno per l’uomo; gruppo 3: non classificato cancerogeno per l’uomo; gruppo 4: probabilmente non cancerogeno per l’uomo”.

“Le onde elettromagnetiche – aggiunge Di Marco – sono state classificate dalla IARC nel gruppo 2b e quindi sono possibilmente cancerogene per l’uomo. In questo caso si dovrebbe applicare il ‘principio di precauzione’, ovvero ci si dovrebbe ‘astenere’ e quindi gestire il rischio, avendo un approccio cautelativo in attesa dei risultati della ricerca scientifica”.

“L’elettrosmog – spiega l’ematologo – funziona da promotore del tumore secondo l’effetto di promozione o dico-promozione e non di induzione. Ciò significa che devo metterlo in correlazione con tutti i fattori a rischio cancerogeno presenti nel territorio: per esempio, il benzene leucemogeno accertato. Esistono, infatti, dei fattori che inducono la cellula a diventare cancerogena e che predispongono l’individuo al cancro. Predisposizione che varia da individuo a individuo”.

Nel caso di Terna, se il tracciato dell’elettrodotto fosse modificato da un tracciato aereo o da uno interrato in galleria schermata, beh, scopriamo amaramente che non cambierebbe nulla. Un durissimo colpo per gli abitanti della Valle del Mela, in provincia di Messina, che pensavano di risolvere il problema con l’interramento o con la realizzazione di un elettrodotto aereo.

 “Le onde elettromagnetiche vanno in linea retta – ci dice il professore Di Marco – quindi nel primo caso passerebbero sopra la testa degli abitanti, mentre nel secondo caso sotto di loro. Sarebbe comunque pericoloso per la salute dei cittadini. Pace del Mela, purtroppo, è dunque come una camera a gas in cui sono presenti tanti cofattori del cancro: oltre ai rischi già presenti normalmente nell’aria (il radon è un gas radioattivo presente in natura), si aggiungono quelli del bombardamento elettromagnetico degli elettrodotti di Terna, che compromettono ancora di più il territorio e la salute della popolazione. In sostanza, più aumenta la quantità di onde elettromagnetiche a cui sono esposto, più alto è il rischio di leucemia”.

Cosa si può fare dunque per diminuire il rischio di cancro? “Le cause di aumento di incidenza dei tumori sono molteplici – dice sempre il docente – e gli agenti sono chimici, virali o fisici come appunto le radiazioni. Sicuramente i modelli di vita del mondo più sviluppato e il benessere si sono accompagnati a un incremento significativo della morbilità e della mortalità per malattie cardiovascolari, patologie del metabolismo e tumori. Questo significa che se vogliamo combattere l’incremento di alcune patologie, come quelle tumorali, dobbiamo essere disposti a modificare i nostri modelli di vita e le nostre abitudini, come, per esempio, evitare il fumo della sigaretta, significativamente correlato al tumore del polmone. Ciò significa, in particolare, non costruire elettrodotti in prossimità dei centri abitati o rurali”.

Pertanto Terna, secondo il ‘principio di precauzione’ dovrebbe astenersi e impiantare altrove i suoi tralicci. D’altronde, le alternative ci sarebbero, senza per questo provocare un ‘blackout’ in tutta la Sicilia.

I nostri Comuni, infatti, potrebbero rendersi autosufficienti, sfruttando le fonti di energia rinnovabile. Ciò consentirebbe un grande risparmio energetico per i cittadini, salverebbe molte vite e ridurrebbe l’inquinamento ambientale. E, soprattutto, non si utilizzerebbe la Sicilia come ‘cavia’ per produrre energia elettrica da esportare nel resto d’Italia mettendo a repentaglio la vita dei siciliani.

Per questo motivo il Governo regionale di Rosario Crocetta deve bloccare subito i lavori del’elettrodotto della Valle del Mela, invitano Terna non a cambiare tracciato, ma ad andare da un’altra parte.  

 

Leucemia nella Valle del Mela, botta e risposta tra Terna e i cittadini

 

 

 

 

 

 

 


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