Il corteo è andato in scena a Milazzo questo pomeriggio. Presenti sindaci, scolaresche, migranti e associazioni, uniti dal comune intento di difendere il territorio dalla costruzione dell'impianto per bruciare i rifiuti. Il progetto, negli scorsi mesi, ha ricevuto il no del ministero dei Beni culturali e il via libera di quello all'Ambiente
Valle del Mela, in cinquemila contro l’inceneritore Manifestanti: «Musumeci faccia rispettare regole»
Cinquemila i partecipanti che hanno sfilato oggi in corteo per dire no all’inceneritore A2A della Valle del Mela. Oggi a Milazzo si sono dati appuntamento sindaci, amministratori comunali, ma soprattutto scolaresche, comitati ambientalisti e gente comune. Tanti gli striscioni dietro quello principale che hanno visto uniti uno accanto all’altro i primi cittadini di Gualtieri Sicaminò, Milazzo, Pace del Mela, Torregrotta, Monforte San Giorgio, Santa Lucia, San Pier Niceto e Barcellona. A sfilare anche una rappresentativa degli chef, tra questi la stellata Martina Caruso che ha spiegato nei giorni scorsi in una lettera il perché del suo no alla realizzazione dell’inceneritore. A farle eco il collega Davide Guidara, che ha sottolineato come il loro no difenda anche i produttori locali dei quali si servono per cucinare ogni giorno le loro pietanze.
In piazza San Papino il raduno è stato fissato alle 15. Tra i presenti anche padre Giuseppe Trifirò, parroco ambientalista da sempre in prima linea contro la realizzazione dell’inceneritore. Ma a sfilare oggi c’erano anche un gruppo di migranti dell’associazione Utopia. «La presenza di tanta gente – ha commentato Peppe Maimone dell’Adasc – è la dimostrazione di quanti dicono sì alla vita e a un futuro diverso da quello industriale. Noi chiediamo al presidente Musumeci di interfacciarsi con il governo nazionale e di chiedere che vengano rispettate le leggi e le norme. Ricordo che il ministero dei Beni Culturali ha detto che questo inceneritore non si deve fare perché viola il piano paesaggistico». Una vittoria quella di oggi per il movimento dei cittadini contro l’inceneritore. Gli attivisti del movimento hanno ribadito più volte come non permetteranno a nessuno di strumentalizzare i fini politici la loro battaglia. E l’eventuale approvazione del progetto da parte il consiglio dei ministri non li fermerà. «Ci sono delle irregolarità, nel progetto e nelle carte che si trovano oggi alla decisione del consiglio dei ministri – ha spiegato Davide Fidone, uno degli attivisti – e su quelli siamo pronto a fare ricorso al Tar. Ricordiamo che ci vuole una concessione edilizia per la costruzione e il Comune non potrà rilasciarla perché contraria al piano paesaggistico».
Oggi a Milazzo c’era la Sicilia che non vuole più essere considerata come la pattumiera del resto d’Italia. Da Licata c’erano gli attivisti che si battono contro la creazione di una piattaforma in mare. Da Lentini, Augusta e Carlentini è arrivata una delegazione per dire no alla realizzazione della discarica. C’erano anche le mamme no inceneritore di Firenze che hanno portato la loro testimonianza. Da parte di tutti l’invito a una gestione diversa del circolo dei rifiuti. «Incentivare la raccolta differenziata e chi produce meno rifiuti – ha spiegato Samadhi Lipari del comitato -. Sono un figlio della Valle del Mela e sono cresciuto all’ombra dell’inceneritore. Oggi il modo di gestire i rifiuti in modo diverso esiste. Chiediamo alle aziende di mettere in circolazione i prodotti che abbiano delle confezioni meno inquinanti, e anche i supermercati che li vendono di consentire al consumatore finale di non mettere in circolo meno spazzatura».
Il corteo si è svolto tranquillamente, non ci sono stati episodi di violenza e nulla che abbia turbato i manifestanti. Tutti insieme sotto un unica barriera quella per difendere la Sicilia e il territorio che hanno detto i tanti partecipanti «tutto il mondo ci invidia».