I liquami finiscono nel canale e da qui sfociano in mare: è la denuncia dell'associazione Pro Conca d'Oro, con gli abitanti del quartiere che ogni giorno devono fare i conti con un perenne fetore e il proliferare di insetti e ratti. Molti gli esposti, finora senza esito. «Siamo amareggiati per la disinvolta latitanza delle istituzioni»
Vadduneddu, il torrente del Pagliarelli ora è una fogna Un cittadino: «In molti ci svuotano i pozzi neri di notte»
Gli anziani del luogo lo ricordano come un piccolo torrente dove gli animali al pascolo andavano a bere, dalle acque chiare, trasparenti e fresche; oggi è un fiume di acqua putrida. È il canale Vadduneddu, un piccolo canale che sorge alle falde dell’abitato di Monreale e che scorre sulla Conca d’Oro fino a riversare le sue acque nel canale di Boccadifalco, affluente del fiume Oreto. La sua funzione dovrebbe essere quella di raccogliere le piogge che cadono all’interno del bacino di Mezzomonreale e convogliarle verso mare: oggi invece è una fogna. A farne le spese sono i residenti del quartiere Pagliarelli di Palermo che ogni giorno devono fare i conti con un perenne fetore e con l’inevitabile proliferare di insetti e ratti.
A denunciare l’inesorabile peggioramento del canale è l’associazione Pro Conca d’Oro, rappresentata da Michele Vitale, un cittadino che ormai da tanti anni si batte per la liberazione del Vadduneddu dagli scarichi fognari illegali. «Siamo profondamente amareggiati – dice Vitale – per la disinvolta latitanza delle istituzioni nella lotta al degrado ambientale, soprattutto nelle periferie abbandonate dove mancano i servizi essenziali e la speranza di un futuro migliore». La delusione di chi lotta per il miglioramento delle condizioni del canale è profonda perché a nulla sono serviti gli esposti presentati al Comune di Palermo, ai carabinieri, alla polizia municipale, alla protezione civile e alla Procura. La denuncia? Sempre la stessa: i numerosi scarichi abusivi che si riversano nel canale.
Già da qualche anno il Comune di Palermo ha esteso la fognatura alla strada vicinale Badame che costeggia il Vadduneddu. «Non tutti i cittadini che vi risiedono – spiega il presidente della Pro Conca D’Oro – hanno allacciato la propria abitazione alla rete pubblica. Molti preferiscono ancora riempire i pozzi neri e svuotarli nelle ore notturne». La mancata pulizia dell’alveo, ormai ostruito da rifiuti e piante, crea inoltre le condizioni per cui, ad ogni temporale, si teme lo straripamento delle acque.
Intanto il quartiere Pagliarelli sta lentamente cercando di reagire all’inciviltà di qualche residente e alla perenne assenza delle istituzioni. In cantiere ci sono opere di riqualificazione del territorio. L’associazione Pro Conca d’Oro proporrà l’istituzione di un anello ciclabile all’interno del rione dove sta sorgendo anche un maneggio dedicato ai bambini che necessitano di cure a contatto con la natura e con gli animali. «Auspichiamo – dice speranzoso Vitale – che nel canale Vadduneddu un giorno possano tornare a scorrere solo acque limpide e che finalmente si possa restituire alla natura ciò che le abbiamo strappato».