«Uno Stato di m… Spazzare via i politici e gli africani» Commenti razzisti dell’ausiliario al Comune di Riposto

«Il dipendente non assume comportamenti tali da nuocere all’immagine dell’amministrazione». Il regolamento interno dei lavoratori del Comune di Riposto, datato 2014, è chiarissimo e non lascia spazio a fraintendimenti. Parla, tra l’altro, anche dei rapporti privati: cioè regola anche i momenti in cui si è fuori servizio. Non si citano, però, i social network e le esternazioni fatte online. Così capita che il sindaco Enzo Caragliano debba affermare: «Sarà mia cura, quando incontrerò il sindaco Enzo Bianco, chiedere scusa». Il riferimento è a Francesco Privitera, quell’ausiliario del traffico ripostese che sul proprio profilo Facebook, lo scorso 28 luglio, a corredo di un articolo in cui il primo cittadino etneo annuncia la sua opposizione all’attracco al porto della nave di estrema destra C-Star, commenta: «Ma vai a vaffanculo». Ma è solo il primo di una lunga serie di articoli e commenti che il componente della polizia municipale pubblica sul proprio profilo, visibili a chiunque. Il contenuto razzista è evidente sin dalle prime parole: «Ascoltate, buonisti del cazzo – scrive l’ausiliario condividendo un post dalla pagina Silenzi e falsità della stampa italiana – Faranno ridurre gli italiani alla fame. Rivolta popolare. Spazzare prima i politici di merda e poi tutti gli africani che non hanno diritto a rimanere in Italia».

In pubblico, si legge nel regolamento imposto alla polizia municipale ripostese, «l’appartenente al Corpo deve mantenere un contegno corretto e un comportamento irreprensibile, operando con senso di responsabilità, in modo da riscuotere sempre la stima, il rispetto e la fiducia della collettività».  Un comportamento congruo con l’essere un dipendente dello Stato, al quale è lui stesso, in un altro post, a rivolgersi: «Che Stato di merda. A calci in culo, e via in Africa. Italiani idioti». Quando non «pidioti», come vengono spesso apostrofati online gli elettori del Partito democratico. «Lo Stato italiano agli italiani li prende a manganellate e a loro non li tocca – continua Privitera – Politici di m…», insiste. Stavolta commentando la notizia, peraltro falsa, di una protesta di migranti che avrebbero chiesto una diaria di cinquemila euro al mese. «Mantenete questi giovani africani belli palestrati, siete complici della sostituzione etnica – interviene l’11 luglio – Vaffanculo governo italiano di schifo». Posizioni simili – sebbene di gran lunga più lievi – a quelle espresse dall’ex responsabile della polizia ferroviaria Gioacchino Lunetto che, dopo gli articoli di MeridioNews, è stato trasferito alla questura di Messina per incompatibilità ambientale.

«Chiaramente i suoi commenti non sono per niente condivisi – precisa il sindaco Caragliano, evidentemente preso alla sprovvista – Chiederò al comandante di verificare se ci sono gli estremi per eventuali sanzioni». Pur parlando di una questione di «educazione personale», Caragliano spiega: «Io tengo molto al mio ruolo istituzionale e cerco sempre di tutelarlo, quindi se qualcuno sbaglia vanno presi dei provvedimenti». Tra i post di Francesco Privitera, comunque, la maggior parte sono notizie false: dagli «islamici» che avrebbero violentato oltre un migliaio di bambine in Gran Bretagna alle proteste dei migranti per ottenere centinaia di euro di assegno mensile. Tra i tanti contenuti, però, ci sono anche fatti reali legati al territorio etneo: dalla piccola sommossa per la mancanza di acqua in un centro di accoglienza per minori («Certo, erano abituati a stare bene») alla rissa a colpi di bastone esplosa alla fiera di piazza Carlo Alberto, a Catania, per una discussione tra ambulanti regolari e abusivi (che nulla aveva a che vedere col razzismo, per stessa ammissione di alcuni cittadini senegalesi coinvolti). In mezzo a questo, però, c’è anche un po’ di confusione politica. Se il 25 aprile appare un post sugli italiani che hanno perso la vita per liberare l’Italia (dal nazifascismo, ma questo non è specificato), poco prima a guadagnare spazio è un commento di Forza nuova


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