La Guardia di finanza ha apposto i sigilli ai locali utilizzati dalla sede ennese dell'Università Dunarea de Jos: «Occupazione senza presupposti legali». Accusa di abuso d'ufficio per i dirigenti dell'Azienda sanitaria e l'esponente del Partito democratico. Che rilancia: «Troveremo altre aule». A dicembre sarebbero dovuti partire i corsi di medicina e professioni sanitarie con oltre cinquanta iscritti
Università romena, Procura sequestra i locali Indagati Crisafulli e vertici dell’Asp di Enna
Sigilli ai locali all’università romena di medicina voluta da Mirello Crisafulli. La Procura della Repubblica di Enna ha disposto il sequestro dei locali dell’ospedale Umberto I, dove a inizio ottobre erano stati attivati i corsi di lingua propedeutici all’iscrizione alla sede distaccata dell’Università Dunarea de Jos. Quattro gli indagati: oltre lo stesso Crisafulli, anche Giuseppe Termine, ex commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Enna, l’attuale direttore generale Giovanna Fidelio e il direttore sanitario Emanuele Cassarà. Secondo i magistrati i tre avrebbero consentito l’utilizzo dei locali dell’ospedale senza una regolare documentazione. L’accusa per i dirigenti e per l’esponente del Partito democratico è di abuso d’ufficio e invasione di edificio pubblico. Indagine a carico di ignoti, invece, per il reato di falso per soppressione. Perquisiti gli uffici sanitari.
«Se il problema sono i locali ne reperiremo subito altri. Per noi è tutto in regola e andiamo avanti». Ha replicato così Crisafulli, poco dopo la notizia del sequestro e dell’iscrizione nel registro degli indagati per l’occupazione dei locali dell’Umberto I. L’intervento della Guardia di Finanza è giunto all’indomani della diffida dell’assessorato regionale alla Salute, dopo che già in precedenza a intimare l’abbandono dei locali erano stati il ministero dell’Istruzione. All’origine del sequestro c’è, secondo la procura, «la continuazione di una occupazione di cui non si trova alcun presupposto legale». A frequentare le aule in queste settimane erano stati oltre cinquanta studenti, che dopo aver versato la prima rata dei 2.200 euro previsti per il corso, si preparavano all’avvio delle lezioni specialistiche previsto per il mese prossimo.
La turbolenta storia dell’università, legata all’esponente del Pd tramite la Fondazione Prosperpina – poi diventata Fondo Proserpina srl -, ha radice lontane. Già nel marzo dello scorso anno, il commissario pro-tempore dell’Asp di Enna Giuseppe Termine aveva siglato un protocollo, che prevedeva da parte dell’Azienda sanitaria provinciale la cessione di 28 stanze dell’ospedale che sarebbero dovute diventare aule. Tuttavia, di quell’accordo non sono mai stati ritrovati gli atti.
Con l’insediamento della nuova direttorice generale Giovanna Fidelio, l’Asp aveva provveduto a far sgomberare i locali al quarto piano, lasciando però alla fondazione quelli a piano terra. Fino al sequestro di oggi, che ha costretto l’università a lasciare la struttura: «Noi ci siamo subito attivati intimando il rilascio dei locali entro due mesi» ha dichiarato stamani Fidelio. Già ieri, l’assessore regionale alla Sanità Baldo Gucciardi aveva dichiarato che la convenzione stipulata il 28 agosto 2015 «tra questo assessorato alla Salute, quello all’Istruzione e alla Formazione professionale, l’università Kore di Enna e la Fondazione Proserpina, non può spiegare effetto alcuno con riferimento a programmi formativi per i quali non sono intervenuti i necessari atti autorizzativi».