Università, incontro Crocetta-Pignataro L’allarme: diminuiscono fondi e immatricolati

«Negli ultimi cinque anni, in Italia il numero degli immatricolati alle università è diminuito dell’otto per cento, in Sicilia nello stesso periodo 2008-2013 quasi del doppio, il 15 per cento». È il dato allarmante esposto dal rettore dell’ateneo di Catania Giacomo Pignataro al governatore siciliano Rosario Crocetta durante un incontro avvenuto stamattina a palazzo Centrale. «Ciò è dovuto certamente alle difficoltà economiche del momento e alla disoccupazione che colpiscono pesantemente il reddito delle famiglie degli studenti – ha precisato Pignataro – ma anche ai tagli di finanziamento che regolarmente colpiscono il sistema pubblico dell’istruzione nel nostro Paese, come nessun altro comparto. Un numero sempre maggiore di diplomati sceglie, inoltre, di andare a studiare in atenei non siciliani: cinque anni fa erano il 16 per cento, oggi il 28 per cento». 

«Purtroppo ho ereditato una pesantissima situazione dai precedenti governi regionali, con buchi di bilancio molto gravi», si è difeso il presidente della Regione. «A questo – ha proseguito – si devono aggiungere i tagli di Roma (circa tre miliardi di euro negli ultimi tre anni) che penalizzano tutte le attività della Regione, comprese le politiche legate alla formazione e all’istruzione universitaria, che restano però al centro della nostra attenzione in quanto alla base dello sviluppo culturale ed economico della nostra Isola». La riduzione dei finanziamenti al comparto universitario è di circa tre milioni di euro; quattro milioni invece quelli tolti agli specializzandi medici. Tagli anche per i consorzi universitari, che dovranno fare a meno di circa un milione di euro. «Ancora una volta chi paga sono gli studenti siciliani, che certo non vivono in una condizione agiata», ha sottolineato Giuseppe Campisi, rappresentante dell’Unione degli universitari (Udu). «Ancora una volta si taglia il diritto allo studio ancora una volta si taglia il diritto allo studio – ha attacato Campisi – e tutto questo viene coperto dal quel concetto trito e ritrito della rivoluzione in salsa Crocettiana. Tutto ciò è grave, anche vista la consapevolezza dello stesso presidente che ha raccontato la sua storia personale, ammettendo che la sua mancata laurea è dovuta all’impossibilità di potersi permettere gli studi, considerando che in quegli anni lo Stato negava questo diritto».

Pignataro attualmente presiede il Coordinamento degli atenei siciliani (oltre a Catania, Palermo, Messina e Kore di Enna) e ha parlato anche a nome degli altri rettori coinvolti. «Nonostante queste impietose statistiche le nostre università sono impegnate a promuovere da diversi anni la qualità e la razionalizzazione delle proprie attività di formazione e ricerca, e chiedono alle istituzioni, e alla Regione siciliana in particolare, un doveroso sostegno sulle esigenze connesse al diritto allo studio dei giovani meritevoli e bisognosi». E, inoltre, «un investimento consapevole e lungimirante sui corsi di dottorato e di specializzazione, partendo ad esempio da una differente programmazione dell’impiego di fondi comunitari». «Tra i progetti prossimi futuri – ha assicurato Rosario Crocetta – c’è quello di riunire la giunta regionale con i rappresentanti degli atenei siciliani per creare un tavolo tecnico e decidere insieme le priorità politiche». 


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Cala il numero di studenti che si iscrivono negli atenei siciliani e aumentano i tagli al settore. La riduzione al comparto universitario sarà di circa tre milioni di euro, quattro verranno tolti agli specializzandi, un milione ai consorzi. «Ho ereditato una pesantissima situazione dai precedenti governi, con buchi di bilancio molto gravi», si è difeso il presidente della Regione

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