Incassato il no dell'ateneo, che rimanda al prossimo anno una eventuale collaborazione per una programmazione congiunta, il sindacato degli studenti apre la raccolta delle adesioni da presentare al Tar. Lo Verso: «La richiesta di immatricolazione con riserva a tutti è stata rigettata in quanto ritenuta troppo onerosa»
Università, al via ricorso contro numero chiuso Lo Verso (Udu): «Da oggi aperte le adesioni»
Naufragata per quest’anno l’ipotesi di una collaborazione con l’ateneo palermitano per dire addio al numero chiuso, l’Udu apre ufficialmente la raccolta alle adesioni per un ricorso collettivo al Tar. Ad annunciarlo stamane è l’Unione degli universitari di Palermo che già ai primi di settembre aveva ufficialmente richiesto all’università del capoluogo di consentire l’immatricolazione con riserva ai corsi a numero programmato locale, cioè di quelli non stabiliti dal ministero: Scienze umane, Scienze di base applicate e Scuola politecnica. In caso contrario, sulla scorta di quanto già accaduto in altre regioni d’Italia, il sindacato universitario aveva annunciato l’intenzione di presentare un ricorso al tribunale amministrativo. Non è esclusa, tuttavia, una collaborazione per il prossimo anno: l’università, infatti, ha fatto sapere che prenderà in esame l’ipotesi di una nuova programmazione che preveda l’eliminazione dello sbarramento in tutti quei corsi con una richiesta inferiore ai posti disponibili, come rivela Fabrizio Lo Verso coordinatore Udu Palermo.
«In seguito al ricorso interno presentato dall’Udu – prosegue Lo Verso – per il ritiro in autotutela dei bandi di concorso 2017/18 con i quali è stato istituito il numero programmato locale in 39 corsi di studio, siamo stati ricevuti dal prorettore vicario professore Mazzola e dal prorettore alla didattica professoressa Auteri». Durante l’incontro, è stata ribadita la richiesta originaria per consentire «l’immatricolazione con riserva a tutti gli studenti, ma, visto il momento particolare che si trova ad affrontare il nostro Ateneo, questa ipotesi è stata rigettata in quanto ritenuta troppo onerosa ed impegnativa per l’amministrazione».
Non si è trattato, dunque, di un muro contro muro: «l’Ateneo ha manifestato l’intenzione di avviare un tavolo tecnico, anche in presenza dei delegati alla didattica delle singole scuole, per analizzare singolarmente i corsi di studio, rivedere l’offerta formativa dei singoli corsi e procedere verso un’apertura quasi totale per l’anno prossimo, ma non quella di accogliere il nostro ricorso interno per l’anno corrente». Come precedentemente annunciato, pertanto, non appena saranno pubblicate le graduatorie definitive (compresi gli eventuali scorrimenti), si darà il via alle adesioni per presentare dei ricorsi collettivi dinanzi al giudice amministrativo, impugnando le singole graduatorie senza, tuttavia, richiedere il risarcimento del danno per gli studenti, in modo tale da non arrecare un pregiudizio economico all’Ateneo.
Per quanto riguarda la tempistica, il ricorso potrebbe essere presentato entro la fine di novembre: «Trascorsi 40 giorni di tempo, in caso di una pronuncia cautelare dal Tar, poi si dovrà attendere quella di merito per sciogliere la riserva e consolidare le immatricolazioni, non prima della metà del secondo semestre, immagino verso marzo. Desidero ricordare che i ricorsi che eventualmente presenteremo, tuttavia, non avranno efficacia erga omnes, quindi solo chi li sottoscriverà potrà giovare di una possibile pronuncia positiva del giudice. Per questo motivo chiediamo, già da adesso, a tutti gli studenti di aderire al nostro ricorso, di partecipare alla nostra fotopetizione sui social network e di mobilitarsi con noi per diffondere il più possibile questa nostra campagna. Tutti gli interessati potranno venirci a trovare nella nostra AulaZero, in Viale delle Scienze, edifico 7».