Per i nativi digitali potrebbe essere l’antenato della bacheca di Facebook o dei gruppi di chat su Telegram. Ma quando nacque, nel lontano 2002, il forum universitario Marforio, la statua parlante divenne subito «la zona franca degli studenti di Lettere e filosofia di Catania, nel quale arrivarono, nel giro di qualche mese, migliaia di utenti di tutte le facoltà», come racconta il fotografo Joe Serpe. Uno dei fondatori del progetto che, chiuso nel 2010 a causa della concorrenza spietata dei social network e dell’inevitabile ricambio generazionale, da domani torna in una veste nuova, in versione 1.8.
«Vuole essere la zona franca degli ex studenti dell’università di Catania sparsi per l’Europa e gli altri quattro continenti, anche per questo il nuovo sito ha il dominio .eu», chiarisce. «Sedici anni fa era diventato un concreto punto di aggregazione per i ragazzi – aggiunge il 34enne Gherardo Fabretti, laureato in Filologia moderna a Catania e oggi impegnato nel settore della comunicazione enogastronomica a Milano – Matricole sperdute, senza un collega a cui fare riferimento, potevano trovare dentro Marforio un forum aperto a qualsiasi argomento, dall’attualità alle opinioni sui docenti, dalla letteratura ai commenti delle lezioni, fino agli orari di apertura della segreteria e all’ubicazione della stanza del docente. Le discussioni erano libere, spesso brillanti e approfondite, e non era raro vederle continuare dal vivo: dalle chiacchiere sul forum nascevano giornate dedicate a incontrarsi, magari al vecchio bar di facoltà, o dentro ai chiostri».
E la possibilità di poter rimanere anonimi non rappresentava un problema come oggi, ma anzi spronava anche i più timidi a prendere parte alle discussioni. «Erano sufficienti un nome di fantasia e una richiesta di appuntamento per iniziare a sentirsi meno soli dentro a quegli enormi corridoi. Il nickname prescelto diceva qualcosa di ogni studente e a volte finiva per dare vita a veri e propri personaggi, oltrepassando i confini della rete. Giuseppe, il creatore di Marforio, è rimasto per tutti Joe Serpe, mentre una volta, a un esame, un professore mi chiese scherzando se fossi io il Lord Goring del sito e se il mio nick c’entrasse con il gerarca nazista o con il personaggio di Oscar Wilde».
Il forum divenne una sorta di territorio neutro dove studenti e professori potevano incontrarsi e parlare, proporre e disfare progetti, litigare e confrontarsi apertamente sulle lezioni e stringere amicizia. «Marforio è stato battezzato così dal nome di una statua romana su cui i passanti, al tempo della Roma dei Papi, usavano lasciare messaggi anonimi di ogni tipo, aggirando così la censura», racconta Serena D’Auria, 33 anni, originaria di Caltanissetta, specializzata in Filologia moderna a Catania, che da un anno e mezzo vive in Germania, a Monaco di Baviera. «Abbiamo deciso di riaprire il forum perché sentiamo l’esigenza di uno spazio di discussione che non segua le logiche e i ritmi dei social network, di scrivere per confrontarci, per ricevere una risposta e non un like. Di non avere, dall’altra parte dello schermo, uno specchio su cui rifletterci, ma una comunità di persone con cui confrontarci».
Ecco perché Marforio 1.8 è equipaggiato di un blog per ospitare gli articoli di chiunque desideri parlare di un argomento in maniera seria e approfondita e di alcune rubriche. «A quei magnifici anni di discussioni e confronti devo molte care amicizie e un costante allenamento all’arte dello scrivere senza il quale oggi, forse, non sarei dove sono», osserva Fabretti, che conclude lanciando un suggerimento alle matricole di oggi. «Non abbandonate i social ma rivolgetevi anche a canali di comunicazione più adatti ad accogliere il vostro estro e la vostra voglia di approfondire, come questo forum. Saper leggere significa saper capire, saper scrivere significa saper ragionare. Qualità, tutte e quattro, sempre più rare e sempre più ricercate da chi, un domani, potrebbe pagare il vostro stipendio».
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