Unict, sei mesi di Studentato occupato in via Gallo «Da istituzioni risposte vaghe sul diritto alla casa»

«Spero che il caffè ti piaccia amaro, perché è appena finito lo zucchero». I 17 occupanti di una palazzina a due piani in via Gallo fanno i conti con i problemi di tutti i giorni. L’esaurimento dello zucchero, la coda per usare l’unica doccia funzionante, le chiacchiere al tavolo del cortile. Vita quotidiana costruita un passo alla volta, negli ultimi sei mesi. Da quando l’edificio è stato trasformato nello Studentato occupato 95100. Lo stabile è di proprietà delle biblioteche riunite Ursino Recupero. In passato l’ateneo lo ha dato in affitto a privati, dopo – per pochi mesi – ha ospitato un paio di uffici della facoltà di Giurisprudenza, che sorge a pochi passi. Infine – secondo gli studenti – sarebbero venuti dieci anni di completo abbandono. Poco prima del loro «ingresso», l’università aveva completato il restauro della facciata e degli spazi esterni, ma ci sarebbe l’intenzione di investire altri fondi per sistemare gli interni. «Con l’obiettivo di farla diventare un’altra sede della biblioteca che c’è ai Benedettini», aveva spiegato a febbraio Rita Angela Carbonaro, direttrice della biblioteca Ursino Recupero. Ma gli occupanti non si fidano del tutto di questa versione. 

Un fabbisogno minimo di 300 posti letti per gli iscritti a UniCt, dinnanzi al quale le strutture dirigenti «sono sempre rimaste molto sul vago – spiega Fernando -, con rimpalli da una parte e dall’altra, scarichi di responsabilità che passavano dalla proprietà al Rettorato fino al Comune, senza capire chi ne fosse effettivamente responsabile». «A Catania – prosegue l’attivista – ci sono molte strutture che potrebbero essere adibite alla funzione di studentato, resta un mistero come ancora non siano partiti fondi effettivi per la sistemazione di questi posti». L’edificio di via Gallo è dotato di 30 stanze, alcune delle quali sono libere. Al primo piano ci sono anche una sala da pranzo, un cortile piuttosto ampio, il bagno con doccia e la cucina. «L’abbiamo ridipinta tutti insieme – racconta Ludovica – e abbiamo inoltre fatto un piccolo scasso per agganciare il tubo di scarico». 

L’edificio è occupato dal 12 di febbraio. Pochi giorni prima, l’1 dello stesso mese, gli studenti avevano invece occupato l’ex hotel Costa di via Etnea. Una struttura che dal 1976 al 2009 è stata residenza universitaria dell’Ersu, con circa 300 alloggi studenteschi, poi chiusa per carenze strutturali e bloccata da un contenzioso fra la proprietà e lo stesso Ersu. Un’esperienza durata poche ore, per via dello sgombero operato dalla polizia in serata. Dodici giorni e Studentato occupato 95100 aveva un’altra sede, in via Gallo. «Oggi – aggiunge Ludovica – abbiamo aperto questi spazi ai giornalisti, ma anche agli abitanti del quartiere». In giro per le stanze o nel patio ci sono alcuni ragazzini, e anche qualche adulto». 

Al secondo piano ci sono ancora un paio di stanzette, non utilizzabili per via delle condizioni in cui si trovano, e comunque piuttosto piccole. E c’è, soprattutto, un terrazzo esposto ai tetti del quartiere, con una vista mozzafiato. «Qui – dice Ludovica – i ragazzi ogni tanto allestiscono un cineforum “interno”, senza inviti». Pochi giorni fa, alla fine di giugno, era ventilata l’ipotesi di un secondo sgombero che era apparso imminente. Una notte di tensioni, una manifestazione di protesta nei locali della biblioteca Ursino Recupero. Ma alla fine nessuno è stato cacciato. E la vita scorre. Ogni tanto, senza zucchero nel caffè. 

Marco Militello

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