E' scaduto ieri alle 18 il termine per siglare il sostegno ai quattro candidati alle elezione di rettore dell'Università di Catania. Una prassi nuova per l'Ateneo catanese che ha scatenato polemiche per la proposta del magnifico uscente di trasformarle in una sorta di primarie. Ma l'invito del prof. Recca è stato raccolto solo da circa 450 colleghi. Silenzio sui risultati, il decano ha deciso di non divulgare i numeri ufficiali
Unict, depositate le firme per i candidati Fallite le primarie di Recca, nessun plebiscito
Si è archiviata ieri la pratica delle firme a sostegno dei candidati alla carica di rettore dell’Università di Catania per i prossimi sei anni. Quello che doveva essere un semplice atto amministrativo – la raccolta di minimo 50 firme da raggiungere entro le 18, una novità introdotta con il regolamento stilato dopo la riforma universitaria – si è trasformato negli ultimi giorni in una polemica intensa fatta di email, richiami ufficiali (non ben recepiti) e qualche imbarazzo.
A scatenare la querelle, il rettore uscente Antonino Recca. «Questa occasione sta sempre più prendendo forma di una sorta di primarie per la prossima elezione e questo è molto positivo perché contribuisce a svelenire il clima delle prossime settimane rendendo il meccanismo molto trasparente ha scritto in un messaggio recapitato a tutti gli indirizzi della mailing list dell’Università catanese Pertanto, ti prego nel caso non lo avessi già fatto di trovare cinque minuti per scendere in rettorato e firmare anche tu», è l’invito informale del candidato al Senato con la lista Monti. Immediata la reazione di uno dei candidati, Giacomo Pignataro. «Un patologico tracimare di procedure della competizione politica nella fisiologica dinamica della scelta elettorale del prossimo rettore della nostra Università», così il docente di Economia definisce la proposta del prof. Recca invocando l’intervento del decano dell’Ateneo Mario Marino.
E il decano non ha lesinato parole dure per quella che in molti hanno considerato un’entrata a gamba tesa da parte del rettore uscente attraverso due richiami: «Va condannato ogni tentativo di trasformare le sottoscrizioni delle candidature in una sorta di primarie – ha scritto alla comunità accademica il prof. Marino – Sono da censurare altresì comportamenti che mirano ad avvelenare il clima delle prossime settimane rendendo il meccanismo poco trasparente».
Proprio per evitare di alimentare la polemica, il decano ha deciso di non comunicare ufficialmente i risultati. Anche se, dai numeri trapelati da palazzo Centrale, è possibile intuire che la chiamata alla firma invocata da Recca non ha avuto il successo sperato. Su un elettorato che solo tra docenti ordinari, associati e ricercatori conta più di 1400 nominativi, hanno posto la propria firma in circa 450. Più peso potrebbe avere la sua decisione di appoggiare pubblicamente uno dei concorrenti alla poltrona di magnifico, Giuseppe Vecchio. L’ex preside di Scienze politiche ha ricevuto circa 180 firme a sostegno della sua candidatura, seguito dal prof. Pignataro che ne ha ottenute 120. Per l’ex preside di Lettere Enrico Iachello hanno firmato in 80 circa, 60 per il docente di Biochimica Vittorio Calabrese.
Adesso la parola dovrebbe tornare ai candidati che si affronteranno venerdì 1 nel primo dei cinque dibattiti pubblici previsti prima del voto del 21 febbraio.
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