Unict, chiuse le indagini sull’ex direttore Maggio Avrebbe fatto firmare al rettore una nota falsa

Almeno 450mila euro di danno erariale. È quanto a inizio anno denunciava il direttore generale dell’università di Catania Federico Portoghese a proposito della passata gestione del suo predecessore, Lucio Maggio. Una questione – che va avanti dal 2009 – relativa alla nomina di cinque dirigenti di prima fascia (Portoghese compreso) e che fa parte di un incartamento trasmesso dall’ateneo alla procura etnea. Che adesso ha chiuso questa prima parte di indagini con due indagati: Lucio Maggio, appunto, e Carlo Vicarelli, allora dirigente dell’area Servizi generali e gestione amministrativa del personale di Unict. Ma i magistrati, controllando i documenti inviati dall’università, hanno formulato una diversa accusa: errore determinato dall’altrui inganno e falso ideologico. In sostanza, secondo la procura etnea, i due avrebbero fatto firmare al nuovo rettore Giacomo Pignataro una nota lacunosa in cui si ometteva il parere contrario dei revisori dei conti dell’università riguardo alla nomina dei cinque dirigenti di prima fascia. Omissione che Maggio avrebbe ripetuto in altri due documenti successivi. Solo una parte di una storia che in realtà non è del tutto conclusa e che nel 2014, con il reintegro di Maggio come direttore generale, vede addirittura diventare superdirigenti quattro di questi incaricati già in discussione.

Tutto comincia nel 2009 quando, sotto il rettore Antonino Recca, Portoghese viene sollevato dal ruolo di direttore amministrativo per fare spazio a Maggio. Come risarcimento, Portoghese viene nominato dirigente di prima fascia. L’anno dopo, la promozione tocca ad altri quattro dirigenti fino ad allora di seconda fascia: Rosanna Branciforti, Giuseppe Caruso, Armando Conti e Vincenzo Reina. Contratti che Maggio proroga di volta in volta. Come conseguenza, tra il 2008 e il 2013 il totale di bilancio per i dirigenti di prima e seconda fascia arriva fino a un milione e 900mila euro, per meno di venti dipendenti. Una situazione che non piace a tutti. A settembre 2012 il consiglio d’amministrazione di Unict conferma gli incarichi per i cinque. Ma tre mesi dopo sono i revisori dei conti dell’ateneo ad avanzare dei dubbi: per le differenze retributive tra prima e seconda fascia che gravano sul bilancio e per la necessità di un concorso pubblico che non si è mai celebrato. A febbraio 2013 le elezioni decretano Giacomo Pignataro rettore di Unict: nel suo programma elettorale c’è la riforma amministrativa dell’università, di cui fa parte anche il taglio dei dirigenti di prima fascia. Uno dei tanti terreni di scontro tra il nuovo Magnifico e il direttore generale Maggio. Per questo il rettore, dopo l’insediamento, comincia a chiedere pareri: alla Corte dei conti regionale così come all’avvocatura distrettuale di Catania (anche perché quella di Unict fa capo a Reina, uno dei dirigenti contestati).

È così che a marzo 2013 la procura generale della Corte dei conti siciliana chiede all’ateneo una dettagliata relazione sul conferimento dei cinque incarichi. Pignataro chiede a Vicarelli e Maggio di predisporre una risposta che poi lui firmerà. Documento in cui però, secondo i rilievi della procura di Catania, si omette il parere contrario del 2012 dei revisori. I due quindi avrebbero fatto firmare al rettore una nota incompleta e con una ricostruzione dei fatti falsata. Omissione che, sempre per i magistrati, il solo Maggio ripete altre due volte a fine anno, in altrettante note inviate all’avvocatura distrettuale di Catania che chiede a sua volta chiarimenti. E che a marzo 2014 dà torto a Maggio, dicendo che Unict «alla radice, non poteva istituire strutture complesse». Due mesi dopo, intanto, Maggio viene licenziato e al suo posto come direttore generale rientra Portoghese. A luglio, come promesso, Pignataro emette una delibera con cui vengono revocati in autotutela gli incarichi di prima fascia. I quattro dirigenti coinvolti presentano ricorso al Tar: una vicenda giudiziaria che passa anche dal Cga e che, tra alterne decisioni, torna al Tar. Di cui si aspetta ancora la pronuncia. 

Ma lo scontro non è finito. A fine 2014 Maggio viene reintegrato su decisione del giudice del lavoro. Un rientro che dura poco, ma che dà il tempo al direttore generale di nominare una giunta di superdirigentigli stessi quattro già promossi in prima fascia. In quell’anno, lo stipendio di Maggio è di oltre 196mila euro; mentre Rosanna Branciforte percepisce 133mila euro e Vincenzo Reina, Armando Conti e Giuseppe Caruso 127mila euro ciascuno. Ad agosto del 2015, dopo un nuovo avvicendamento, è Portoghese – tornato in carica come direttore amministrativo dopo il nuovo allontanamento di Maggio – ad assestare il colpo finale – almeno per ora – alla questione: interrompendo il regime di proroga della prima fascia dirigenziale autorizzato da Maggio. Solo uno dei punti oscuri, secondo l’attuale gestione di Unict, che fanno parte di una relazione al cda d’ateneo, poi trasmessa in procura. Che adesso, dopo la conclusione di questa indagine, dovrà decidere se chiedere l’archiviazione della posizione di Maggio e Vicarelli o la possibilità che affrontino un processo.


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]