La procura di Catania chiede di processare l'ex dirigente amministrativo Lucio Maggio, e Carlo Vicarelli già dirigente dell'area Servizi generali, per aver indotto il rettore dell'ateneo di Catania all'errore con inganno e per falso ideologico. Al centro del caso la nomina di cinque dirigenti superpagati
Unict, chiesto rinvio a giudizio per l’ex direttore Maggio Avrebbe fatto firmare al rettore Pignataro una nota falsa
La procura di Catania ha richiesto il rinvio a giudizio per l’ex direttore amministrativo dell’università di Catania, Lucio Maggio, e per Carlo Vicarelli, ex dirigente dell’area Servizi generali e gestione amministrativa del personale di Unict. L’accusa, che ha concluso le indagini a fine novembre, parla di errore determinato dall’altrui inganno e falso ideologico. In sostanza, secondo la procura etnea, i due avrebbero fatto firmare al nuovo rettore Giacomo Pignataro una nota lacunosa in cui si ometteva il parere contrario dei revisori dei conti dell’università riguardo alla nomina dei cinque dirigenti di prima fascia. Omissione che Maggio avrebbe ripetuto in altri due documenti successivi.
La vicenda inizia nel 2009, con la nomina da parte di Maggio, a sua volta appena nominato dirigente amministrativo, di cinque dirigenti di prima fascia: tra di loro il direttore amministrativo che Maggio stava sostituendo, Federico Portoghese. L’anno dopo, la promozione tocca ad altri quattro dirigenti fino ad allora di seconda fascia: Rosanna Branciforti, Giuseppe Caruso, Armando Conti e Vincenzo Reina. Contratti che Maggio proroga di volta in volta. Come conseguenza, tra il 2008 e il 2013 il totale di bilancio per i dirigenti di prima e seconda fascia arriva fino a un milione e 900mila euro, per meno di venti dipendenti. Sono i revisori dei conti dell’ateneo ad avanzare dei dubbi: per le differenze retributive tra prima e seconda fascia che gravano sul bilancio e per la necessità di un concorso pubblico che non si è mai celebrato. Secondo Portoghese, che oggi ha ripreso il suo ruolo di direttore amministrativo dell’ateneo con il rettore di Giacomo Pignataro – eletto nel 2013 -, questa situazione avrebbe causato un danno erariale di almeno 450mila euro.
Per veder chiaro sulla vicenda, il rettore Giacomo Pignataro, appena insediato, nel febbraio 2013 chiede un parere sulla vicenda alla Corte dei Conti. È così che a marzo 2013 la procura generale della Corte dei conti siciliana chiede all’ateneo una dettagliata relazione sul conferimento dei cinque incarichi. Pignataro chiede a Vicarelli e Maggio di predisporre una risposta che poi lui firmerà. Documento in cui però, secondo i rilievi della procura di Catania, si omette il parere contrario del 2012 dei revisori. I due quindi avrebbero fatto firmare al rettore una nota incompleta e con una ricostruzione dei fatti falsata, come ipotizzato dalla procura.
La vicenda, però, non si conclude con l’elezione di Pignataro: a fine 2014 Maggio viene reintegrato come direttore amministrativo su decisione del giudice del lavoro. Un rientro che dura poco, ma che dà il tempo al direttore generale di nominare una giunta di superdirigenti: gli stessi quattro già promossi in prima fascia. Ad agosto del 2015, dopo un nuovo avvicendamento, è Portoghese – tornato in carica come direttore amministrativo dopo il nuovo allontanamento di Maggio – ad assestare il colpo finale – almeno per ora – alla questione: interrompendo il regime di proroga della prima fascia dirigenziale autorizzato da Maggio