Il corso, aperto a tutti gli studenti, fa parte del laboratorio Territorio, ambiente e mafia. Un modo per capire «come alcune delle cose di cui sentiamo parlare, dai collaboratori di giustizia al reato di associazione mafiosa, sono elementi che vanno lontano nel tempo», spiega il coordinatore Ernesto De Cristofaro
Unict, capire la storia della lotta alla mafia Un ciclo di lezioni con avvocati ed esperti
«Studiare, nella prospettiva storica, come lo Stato ha elaborato risposte istituzionali per fronteggiare la criminalità organizzata, dall’Unità a oggi». È il punto di partenza del corso dal titolo Genesi e trasformazione degli strumenti legali di contrasto alla mafia curato dal docente del dipartimento di Giurisprudenza Ernesto De Cristofaro in collaborazione con l’associazione intitolata alla memoria del giudice Giambattista Scidà e a Libera. L’iniziativa è inserita all’interno del laboratorio interdisciplinare Territorio, ambiente e mafia giunto alla sua seconda edizione. «Quello che faremo è capire come alcune delle cose di cui sentiamo parlare, dallo status di collaboratore di giustizia al reato di associazione mafiosa, sono elementi che vanno lontano nel tempo», afferma De Cristofaro.
Ad affiancare il docente saranno esperti di diverse tematiche. Il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Andrea Ursino; il vicepresidente della commissione nazionale Antimafia Claudio Fava; l’ex magistrato Antonio Ingroia; la portavoce dell’Officina beni confiscati di Libera Catania Maria Luisa Barrera; gli avvocati Fabio Repici, Enzo Trantino e Angelo Averni; la dottoranda in Storia contemporanea Manoela Patti. «Partiremo dalle prime inchieste parlamentari sulla mafia, che risalgono a pochi anni dopo l’Unità d’Italia – sottolinea Ernesto De Cristofaro – Parleremo del perché a un certo punto si è passati dal delitto di associazione a delinquere a quella mafiosa, come si è arrivati al sistema della confisca e via dicendo».
Saranno nove le lezioni e prenderanno il via da aprile. La frequenza è aperta a tutti gli studenti dell’ateneo che si iscriveranno entro il 28 febbraio. «I laboratori attraggono un centinaio di persone – precisa il docente – Lo scorso anno la maggior parte dei ragazzi proveniva da Giurisprudenza, alcuni da Scienze politiche e altri da Studi umanistici». La scelta di aprire un ciclo di lezioni di questo genere e di coinvolgere personalità della società civile – e non solo – si è dimostrata vincente. Ne è esempio anche la giornata di studi sugli omicidi Aldo Moro, Piersanti Mattarella, Pio La Torre che si è tenuta il 12 gennaio. «L’obiettivo è analizzare argomenti importanti con strumenti accessibili, anche a chi non ha una formazione specifica».