In un modo o nell'altro entro venerdi' prossimo - o al massimo entro sabato - i vertici della banca e le organizzazioni sindacali dovranno trovare un'intesa
UniCredit: mercoledì prossimo si apre una settimana cruciale sulla trattativa legata al nuovo piano industriale
IN UN MODO O NELL’ALTRO ENTRO VENERDI’ PROSSIMO – O AL MASSIMO ENTRO SABATO – I VERTICI DELLA BANCA E LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI DOVRANNO TROVARE UN’INTESA
UniCredit: si apre mercoledì prossimo una settimana cruciale. Di scena la trattativa tra vertici dell’azienda di credito e organizzazioni sindacali (Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl Credito UilCA) sul nuovo piano industriale.
Nei giorni scorsi – e precisamente il 18 e 19 giugno – le trattative sono andate avanti, anche se, allo stato attuale dei fatti, una soluzione che metta d’accordo entrambe le parti sembra lontana.
Detto questo, la prossima settimana, in un modo o nell’altro – a meno di colpi di scena – la trattativa si dovrà chiudere.
Inizialmente UniCredit pretendeva di discutere esclusivamente delle proprie esigenze di assorbimento degli esuberi dichiarati (5.100 di cui 2400 attraverso l’accesso al pensionamento e ulteriori 2.700 mediante forme di uscita non meglio precisate) e del contenimento del costo medio del personale, anche attraverso il congelamento della normativa e delle prassi aziendali e di gruppo, subordinando il confronto sugli altri temi alla verificata realizzazione di questi obiettivi.
Le organizzazioni sindacali, da parte loro,hanno sempre sostenuto la centralità della salvaguardia dell’occupazione, in coerenza con la Piattaforma di rinnovo del Contratto nazionale di lavoro.
I sindacati hanno chiesto la tutela per:
coloro che usciranno volontariamente alla maturazione del requisito;
coloro che resteranno in servizio, mediante il riconoscimento economico del contributo fornito ai risultati conseguiti in termini di incremento di produttività e di rilancio dell’azienda;
coloro che entreranno e i giovani neo assunti, superando i trattamenti penalizzanti.
I rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno chiesto anche di individuare soluzioni ad una serie di problemi irrisolti quali:
inquadramenti;
riordino del welfare aziendale in ottica redistributiva, egualitaria e solidaristica;
pressioni commerciali e vivibilità in azienda;
rilancio e riqualificazione delle relazioni sindacali;
abbandono di cessioni, esternalizzazioni e
delocalizzazioni.
Lo scontro verte anche sulle consulenze – che spesso sono andare a ‘ruota libera’ – e, in generale, sulla lotta agli sprechi e ai privilegi dell’alta dirigenza della banca.
I vertici di UniCredit, alla fine, hanno dovuto ammorbidire la propria posizione, accettando proseguire il confronto sull’insieme delle questioni in discussione, riconoscendo, di fatto, la legittimità delle richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali.
Rimangono ancora divergenze, ma – come già accennato – venerdì prossimo, o al massimo sabato la trattativa si dovrà chiudere.
Terremo informati i nostri lettori. Anche perché in questa trattativa è coinvolto quello che resta del Banco di Sicilia. Poco – e soprattutto poco di siciliano – ma sempre questioni che toccano la nostra Isola. Soprattutto per i correntisti di questa banca per i quali potrebbero prospettarsi novità.