Piccoli apprendisti giornalisti alle prese con questionario e telecamera. E' l'ultima attività promossa da AddioPizzo all'interno di un oratorio parrocchiale a Nesima dove i bambini intervistano gli adulti sulle problematiche del loro quartiere. «Un modo per rendere partecipi i più piccoli»
Una street tv per Addiopizzo fatta dai ragazzi «Educare i più piccoli giocando alla legalità»
Un pomeriggio all’oratorio San Pio X con i bambini di Nesima e i ragazzi di AddioPizzo. E’ uno dei tanti progetti portati avanti dall’associazione catanese, questa volta con un occhio ai più piccoli, per promuovere messaggi di legalità attraverso attività educative, come la tv di strada fatta dai ragazzi. Un’iniziativa nata dalla collaborazione con la cooperativa Spazio bambino all’interno di un progetto più ampio, finanziato dalla fondazione Con il Sud.
«Giocare alla legalità con i bambini è il modo migliore di percepire, senza alcuna retorica, che sono davvero loro il futuro di questa terra», scrivono i ragazzi di AddioPizzo sulla loro bacheca Facebook. Così, a turno e nei giorni disponibili, alcuni di loro hanno trascorso dei pomeriggi a Nesima in compagnia dei ragazzi che, numerosi, frequentano la parrocchia San Pio X. «Un luogo di ritrovo per i più piccoli in questa zona», dice un’abitante del quartiere intervistata da una bambina nel bel mezzo dell’attività educativa. «Qua di spazio ce n’è tanto, ma non per i bambini. E verde pubblico? Solo sciara. Sciara ed erba secca», lamenta con tono rassegnato. Mentre gli altri piccoli giornalisti si alternano tra le riprese con la videocamera e le domande da fare ai passanti del quartiere.
«L’idea di queste attività in oratorio, oltre i nostri soliti laboratori nelle scuole, è nata dalla proposta di un socio dell’associazione», racconta Federica, una delle volontarie di AddioPizzo. «L’obiettivo è cercare di capire quali sono i problemi di un determinato quartiere per arrivare alla radice del disagio e trovare una soluzione. Anche interpellando l’amministrazione, se serve. Purché si inneschi un meccanismo che porti a fare un percorso di legalità. Una parola che a volte questi bambini non sanno nemmeno cosa significhi. La sconoscono», racconta. «Alcuni di loro sono soggetti un po’ difficili ma poi, piano piano, finiscono per ascoltarti e si fanno voler bene – spiega Federica – Stare a contatto con loro è confrontarci su temi del genere, giocando con loro, cercando di entrare nel loro mondo, alla fine è un’esperienza impagabile».
Per la tv di strada fatta dai ragazzi quello di ieri pomeriggio, però, è stato l’ultimo di una decina di appuntamenti, iniziati lo scorso 7 maggio. Ma le attività non si fermeranno qua. «Ripartiremo a settembre, con questa e altre attività», spiega Federica. «Questa volta saremo a Picanello, nel bene confiscato alla mafia assegnato alla nostra associazione».