Un documentario di 50 minuti, con 20 interviste e tante immagini d'archivio. È questo il cuore del lavoro di Goffredo D'onofrio e Giuseppe Garau sulla marciatrice di Gioiosa Marea, provincia di Messina. Un monumento della marcia internazionale scomparsa a 45 anni dopo una lunga battaglia contro un tumore
Una storia semplice, docufilm su Annarita Sidoti «Marciatrice raccontata da chi l’ha conosciuta»
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La sconfitta non è definitiva, fino a quando tu non ti arrendi». Sono le parole di Annarita Sidoti, marciatrice di Gioiosa Marea, provincia di Messina, nata il 25 Luglio 1969 e scomparsa, dopo una lunga battaglia contro un tumore, lo scorso 21 Maggio. A lei è stato dedicato un docufilm presentato in anteprima nazionale all’Overtime festival di Macerata e che ha già riscosso un notevole successo vincendo il premio come migliore documentario.
«Scoprire la storia di Annarita e poterla raccontare, attraverso la voce di chi l’ha conosciuta direttamente, è stata
un’esperienza unica e un vero privilegio. Una donna di un metro e cinquanta che da una piccola provincia siciliana arriva sino al tetto del mondo soltanto con la propria forza e determinazione», racconta a MeridioNews Giuseppe Garau, sassarese classe 86′, autore del lavoro insieme al giornalista Goffredo D’Onofrio. Il primo nel 2014 ha vinto la Guirlande D’Honneur, miglior riconoscimento internazionale del cinema sportivo con il suo primo documentario Brevi storie sulla Torres. Il secondo, cresciuto a Milano a ma da un anno a Torino, collabora con la televisione svizzera e tra i suoi lavori vanta quelli fatti a la Gazzetta dello Sport e nella squadra calcistica dell’Inter.
Sidoti nella sua carriera è salita sul tetto del mondo diventato una delle atlete che per sempre verranno ricordate negli
annali dell’atletica. Nel 1990 vince la medaglia d’oro agli europei di Spalato nella distanza della dieci chilometri. Quattro anni dopo in Finlandia sfiora il bis sulla stessa distanza ma si ferma all’argento. Il momento caldo della sua carriera deve ancora arrivare. Le stagioni 1997/1998 sono quelle che la incoronano come una delle migliore marciatrice a livello internazionale. Ad Atene è oro nei mondiali sui 10mila su pista, l’anno successivo il metallo è lo stesso agli europei di Budapest. Un palmares ricchissimo in cui però manca l’alloro olimpico, nonostante tre partecipazioni ai Giochi.
«La sua non è soltanto una storia sportiva – svela D’onofrio a MeridioNews – ma quella di una donna profondamente legata al suo territorio. Caparbia nell’affrontare lo sport ma anche la vita». Il racconto della sua storia dura 50 minuti, in quello che il giornalista definisce «un viaggio intenso, raccontato con materiale inedito donato dalla famiglia. Ci sono le foto delle prime gare ma c’è anche l’aspetto privato e il rapporto con la famiglia». A parlare davanti la telecamere ci sono le ex compagne di squadra, il marito Pietro ma anche Salvatore Colletta, lo storico allenatore della marciatrice messinese. «La semplicità è infatti la chiave con la quale il documentario è stato girato e montato – prosegue Garau -. Il film consiste in una fitta serie di interviste che si alterano a immagini provenienti dall’archivio personale. Una regia minimale, pulita, semplice proprio come era Annarita».
Il progetto è prodotto da
Raining Film e .Puntozero, produzione co-fondata dallo stesso Goffredo D’Onofrio, creatore anche di Video Hub, una rete di professionisti della comunicazione e del giornalismo. Sidoti è stata non soltanto atleta ma anche madre di tre bambini, attrice nel film Le complici, politica e studentessa. «Non l’ho mai conosciuta da viva – svela D’onofrio – ma poterla raccontare è stato emozionante. Abbiamo impiegato sei mesi per le riprese e due per il lavoro di ricerca». La storia di Annarita Sidoti, come confermano gli autori, presto potrebbe arrivare in Sicilia per delle proiezioni: «Certamente abbiamo un pensiero particolare per l’Isola e ovviamente ci sarà un occhio privilegiato per raggiungere le principali province con il nostro lavoro».