Un quotidiano che non si può rifiutare

Per chi vuole stare a stretto contatto con l’informazione è un processo quasi inconscio quello di andare in edicola e comprare il quotidiano o il periodico preferito e si lamenta con il giornalaio di fiducia se non arriva qualche prodotto in particolare che sta avendo un grosso riscontro sia in termini pubblicitari che di acquisto. E’ probabile che non ci si chieda cosa ruota dietro la distribuzione dei vari articoli presenti nelle edicole vicino casa nostra.

Abbiamo voluto approfondire questo ed altri aspetti insieme ad Aldo Romeo, segretario provinciale dell’U.SI.A.GI. – UGL, una delle organizzazioni sindacali degli edicolanti presente a Catania.

Come funziona la distribuzione?
“Si ha un prodotto editoriale stampato in varie sedi. Per quanto concerne i periodici in genere vengono stampati principalmente a Milano o nell’hinterland milanese. In seguito questo prodotto viene collocato in punti di distribuzione centrali che li ridistribuiscono ai centri periferici. Capita pure che per alcuni prodotti vengano direttamente distribuiti dall’editore ai vari punti di distribuzione periferici. A Catania vengono immessi sulla piazza oltre che dagli edicolanti, attraverso i supermercati e i rifornimenti di benzina che vengono forniti in modo abusivo e senza autorizzazione. Gli editori e i distributori però la fanno franca. A sua volta il giornalaio rimanda indietro il giornale periodico o la nuova pubblicazione che non ha venduto al distributore periferico che lo rinvia alla sede centrale di distribuzione o agli editori.

Per quanto riguarda la distribuzione dei quotidiani, invece, da oltre vent’anni ha avuto uno sviluppo capillare in ogni regione grazie alla teletrasmissione dei giornali alle sedi periferiche aperte dalle varie testate o che si appoggiano ai quotidiani locali. Infatti, in passato ogni giornale veniva stampato nelle sedi centrali e poi inviato in tutta Italia tramite il trasporto aereo. In Sicilia, arrivava un aereo a Catania per la zona orientale e la parte meridionale della Calabria e a Palermo per la zona occidentale. A sua volta, il materiale veniva distribuito con dei furgoni – questo passaggio esiste ancora oggi – già a partire dalle prime ore della notte. C’è da aggiungere che in questi ultimi decenni, in particolare nel periodo estivo, alcuni quotidiani stampano le loro uscite giornaliere appoggiandosi ad alcune sedi periferiche, in particolare vicino i poli turistici e dove si hanno grossi flussi migratori”.

Chi sono e quanti sono i distributori della provincia di Catania?
“C’è un problema di fondo per il giornalaio. Purtroppo ancora oggi esiste il monopolio della distribuzione per quanto riguarda la carta stampata. Il giornalaio senza alcun contratto esclusivo si trova di fronte una sorta di “cartello”. A Catania abbiamo due distributori e due editori che fungono da distributori. Uno è Ventura che consegna quasi tutti i periodici e i quotidiani nella Provincia e l’altro è Barone che distribuisce i quotidiani ed alcuni periodici nella città, mentre per quanto riguarda gli editori, uno è “La Sicilia” e l’altro fa capo a “Il Mercatino”. La Sicilia ha una distribuzione autonoma, Il Mercatino invece si appoggia ai distributori in base alle scelte editoriali. Così accade, ad esempio, che ad Acireale, a Giarre o a Caltagirone non arrivano le copie di tutti i quotidiani nazionali nelle edicole ma si trovano invece nei supermercati o nei distributori di benzina. Questo fenomeno esiste dal 1999 e fortunatamente molti di questi esercizi sono stati messi in regola tramite la richiesta al Comune di appartenenza di poter rivendere prodotti editoriali anche se ancora c’è qualcuno che lavora in maniera abusiva.

C’è da aggiungere che oltre ai quotidiani o ai periodici, i giornalai sono costretti da un contratto verbale a vendere pure prodotti passati come editoriali dai distributori. Ad esempio, palloncini, tatuaggi o materiale pornografico pena la mancata distribuzione dei quotidiani.
Inoltre, alcuni materiali vengono registrati tramite la bolla d’accompagnamento dei prodotti fornita dai distributori con una testata regolarmente registrata in Tribunale che corrisponde ad un sottotitolo di copertina scritto in maniera illegibile a prima vista e che non viene considerato dagli edicolanti come il titolo originale al momento della resa dei prodotti. Questo comporta la mancata restituzione del prodotto poiché non si riesce a riconoscere dal titolo registrato provocando la giacenza permanente dei suddetti prodotti nel magazzino dell’edicolante e la conseguente presa d’atto da parte dei distributori che il materiale sia stato venduto.
Tutto ciò comporta grosse difficoltà che non siamo riusciti ancora a risolvere anche a causa di carenze sindacali e degli stessi giornalai che tralasciano questo tipo di problemi che singolarmente non hanno grossa rilevanza ma possono creare grossi danni economici col tempo come la sospensione della ricezione dei quotidiani per presunta morosità.
Ci sarebbero altri espedienti da raccontare ma credo che tutto ciò sia riconducibile al fatto che non esiste un’alternativa alla distribuzione professionale e regolamentata del materiale editoriale”.

Qual è il rapporto tra gli edicolanti ed i distributori?
“Il giornalaio al mattino apre la serranda fiducioso di ricevere quello che gli serve per soddisfare la clientela, guadagnare e pagare i debiti. Gli edicolanti possono accettare gli errori fatti dai distributori in maniera naturale anche per via dei tempi sfrenati della distribuzione ma subire giornalmente degli sbagli sulla distribuzione vuol dire che c’è qualcosa di marcio. Infatti c’è tuttora in corso un provvedimento da parte della Magistratura iniziato nel 1999 contro un’agenzia di distribuzione denunciata dagli edicolanti”. 

Qual è il peso degli edicolanti all’interno del sistema di distribuzione?
“Ci sono stati e ancora oggi ci sono degli errori sindacali che non ci permettono di tenere il polso della situazione. In termini percentuali possiamo dire che c’è un peso del 10%. Questo motivato dal fatto che ancora pochi edicolanti, soprattutto a Catania, hanno denunciato i fatti sopra citati, mentre a Gela, Siracusa e Ragusa la maggior parte degli esercizi ha già esposto denuncia. Per quanto mi compete si sta cercando di recuperare la forza sindacale. Di recente è nato il Movimento Giornalai Liberi per sensibilizzare i giornalai ad un maggior controllo dei rapporti economici nel sistema di distribuzione e con la propria clientela”.

Com’è il rapporto tra la FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) e i distributori?
“Non esiste un vero rapporto tra le due figure. I distributori hanno rapporti con le singole aziende editoriali con cui hanno stipulato il contratto. La FIEG rappresenta i suoi editori associati sotto l’aspetto politico più che sindacale dovuto alle richieste continue che fanno al Governo per attingere a sovvenzioni ed agevolazioni per quanto riguarda la distribuzione. Il rapporto sindacale, invece, si ha con i sindacati dei giornalai, dei giornalisti e dei poligrafici. E’ dal 1950 che vengono sottoscritti accordi nazionali con queste figure. Quindi rimprovero la FIEG per i mancati interventi nel derimere le questioni poiché dopo la sottoscrizione dell’accordo la federazione accusa giornalai e sindacati di avere gli obblighi di risolvere da soli i problemi che invece coinvolgono le figure nel loro insieme.

I distributori hanno una loro forza poiché sono costituiti in associazioni e riescono a realizzare una situazione di monopolio che viene “istituzionalizzata” dalle attività sindacali periferiche. In Sicilia, purtroppo, la situazione è grave perchè non abbiamo un’adeguata forza sindacale”.

Cosa può dirci dell’Accordo over 38 tra la FIEG e i distributori che prevede un maggior ricavo ad un aumento della resa da parte del distributore?
“E’ sicuramente qualcosa di strano. So che i distributori e gli editori con le loro associazioni hanno formulato un contratto non ancora ufficiale chiedendo un compenso a lavorazione, cioè il distributore ad esempio prende 1000 copie di un prodotto da un editore acquistandole in anticipo al di fuori della vendita o meno del prodotto. Capita così che piccoli editori vogliono entrare nella rete di vendita appoggiandosi ai distributori che richiedono un compenso sulla distribuzione ed in più uno sulla lavorazione che varia percentualmente. Questo è dovuto anche all’incertezza nelle vendite dei prodotti editoriali minori.

In aggiunta si può dire che insorgono pure problemi fiscali. Infatti, capita che la resa che dovrebbe rientrare agli editori viene accreditata ai distributori e rimessa in circolo dagli stessi con una nuova denominazione e che viene pagata in anticipo dagli edicolanti gravati pure dalle tasse che si quantificano sull’estratto conto emesso dal distributore anche se il giornalaio non ha certezza sulla vendita del materiale acquistato.
A Catania risulta l’esistenza di una ditta che acquista questo invenduto che poi ci troviamo in giro per le fiere, i mercati, i supermercati o per le strade principali della città e dei centri più piccoli ad un prezzo stracciato in contemporanea con l’esposizione degli stessi articoli al prezzo originale nelle edicole.
Questi prodotti solitamente sono di natura digitale come CD-Rom, Musicassette o videocassette ma non mancano palloncini, tatuaggi e roba varia.
Non sappiamo se gli uffici fiscali abbiano preso in considerazione questo meccanismo di vendita che potrebbe sfociare in fenomeni di evasione. Noi pensiamo, in tal senso, di no”.

Mario Grasso

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