Settevoci è il nome della contrada al confine tra il Catanese e il Messinese. Adesso, la storica denominazione definisce il laboratorio che vede nella condivisione e nel ritrovamento del senso di comunità le basi della sua esistenza
Un progetto ecosostenibile nell’Alcantara
Tanti cuori, molte braccia, un unico grande sogno: ridare vita a un antico palazzo patronale siciliano e ai suoi terreni di pertinenza attraverso un progetto di comunità, agricoltura naturale, creazione artistica ed ecologia applicata. Il sogno è quello di Settevoci, dal nome della contrada alcantarina in cui sorge il palazzotto ottocentesco della famiglia Sgroi e gli artefici sono gli amici che hanno sposato il progetto di Giovanni, Guido e Silvia: tre giovani che hanno scelto la Sicilia per mettere radici e immaginare il loro futuro fatto di ritmi lenti e vita sinergica con la natura.
Ma andiamo con ordine, perché entrare nel mondo di Settevoci è un’esperienza da scandire lentamente, per raccontarne tutte le sfaccettature.
Il sogno di Settevoci nasce e si nutre nel territorio di Castiglione di Sicilia, proprio al confine con quello della vicina Francavilla di Sicilia dove le province di Catania e Messina si incontrano e intersecano in quella Valle dell’Alcantara così florida e verdeggiante. Qui, l’antico casale ereditato dalla madre di Guido (Elena Sgroi), abbandonato da anni, ha trovato nuova vita grazie all’intuizione del giovane che ha coinvolto anche Giovanni e Silvia. E così, quel palazzo enorme e diroccato, uno di quelli che spesso non riescono a salvarsi da un destino già segnato in un territorio da cui i giovani scappano (o scappavano) via, in cerca di occupazione sicura, è diventato un baluardo di sostenibilità e condivisione.
Pioniere di questo progetto è proprio Giovanni Simon, musicista – fisarmonicista bolognese (tra i fondatori della band Rumba de bodas) ch.e due anni e mezzo fa, ha lasciato la sua città, trasferendosi a Settevoci per intraprendere quella strada fatta di permacultura, orto sinergico e comunità che l’aveva già conquistato durante una sua permanenza in Senegal e che, in fondo, aveva sentiva già nell’anima sin da giovanissimo.
«Qui a Settevoci – racconta Giovanni – la nostra vita scorre in armonia con i ritmi della natura. Ci alziamo presto per sfruttare le ore più fresche della giornata, ci sono l’orto sinergico da curare, gli alberi da seguire, le galline da accudire e le nostre conserve da preparare. E poi, in questo periodo, c’è anche tanto lavoro di muratura da realizzare».
Grazie a un crowdfunding su Ulule, infatti, a giugno, i giovani di Settevoci sono riusciti a raccogliere il cento per cento della somma occorrente per poter realizzare qualche piccola opera urgente nella casa: un nuovo bagno, l’allaccio alla rete idrica e i primi strumenti per mettere in piedi un laboratorio per realizzare in autonomia le proprie conserve. Il progetto di Settevoci, infatti, è molto ampio e immaginato in varie tappe che, a lungo termine, porteranno a realizzare un laboratorio di ecosostenibilità, creatività, comunità e autoproduzione in armonia con il territorio. Tutti obiettivi che, in fondo, sono già tali in itinere, perché Settevoci è proprio questo, in fondo: un laboratorio dove ogni giorno si sperimenta e si impara.
«L’idea – spiega Giovanni – è quella di ristrutturare lentamente le stanze per l’accoglienza visto che al momento solo una parte del palazzo è abitabile. Grazie al turismo sostenibile, all’ospitalità che proponiamo al momento con vitto e alloggio in cambio di aiuto e collaborazione, in questi anni abbiamo realizzato tante piccole cose ma soprattutto ci siamo arricchiti, giorno dopo giorno, di nuove esperienze».
Tutte esperienze di condivisione che portano anche nuova linfa al progetto e impreziosiscono il bagaglio culturale di Settevoci visto che in questi anni si sono già svolte classi di yoga e di tecniche di volo nel circo, giornate di arte di strada con i buskers, i musicisti e tanti altri creativi. E ovviamente ogni occasione di crescita e di studio è un nuovo mattone nella costruzione di questo presidio di sostenibilità, ecologia e creatività.
«Ammetto che ci sentiamo anche un po’ sentinelle di questi luoghi. Riforestare terreni abbandonati, coltivare attraverso metodi di permacultura e agricoltura sinergica è un’attività che ci rende anche custodi orgogliosi sia di questo luogo sia di tecniche agricole antiche riprese in modo innovativo. E poi siamo felici della bella sinergia che riusciamo a creare con gli altri – continua – Ad esempio, con un laboratorio artigianale locale realizziamo conserve che possono essere acquistate dai soci (datterini gialli o rossi in acqua di mare, passate, composta di arance o arance sciroppate, dado naturale) e ci occupiamo anche di cosmetica solida e naturale».
E proprio la collaborazione e la condivisione segna un po’ una tappa nel percorso che Settevoci sta compiendo in questa valle: la gente del luogo, i vicini di campo e di paese, che dapprima guardavano con curiosità a questi giovani arrivati dalla città, oggi si interessano al loro progetto, danno consigli e condividono esperienze.
I ragazzi di Settevoci si stanno radicando nella Valle sempre di più, tanto da essere anche i partner del circolo Legambiente Taormina Giardini Naxos Alcantara nell’organizzazione di Festambiente 2021 nella Valle d’Alcantara che si terrà dal sei all’otto agosto. Si tratterà di tre giorni di laboratori: visite guidate, mercatini e musica dal vivo nella valle dell’Alcantara. Attività che andranno dalla passeggiata nei comuni di Malvagna, Francavilla e Motta Camastra al Campus per ragazzi dai 10 ai 17 anni che si terrà ogni giorno a Settevoci fino alle tre serate con il Mercato contadino e del Baratto, lezioni di yoga, spettacoli di circo acrobatico, passando dal seminario sui semi e workshop di edilizia sostenibile e concerti (Gianni Rivela, Makari, canti del mediterraneo, Mereketen, JypsyJobs & Eyedrivel Festival Lega).