Un piano per la pesca? M5S: “La Sicilia deve giovarsene”

LE PARLAMENTARI DELL’ISOLA LOREDANA LUPO E CLAUDIA MANNINO ACCOLGONO CON SODDISFAZIONE LE PROPOSTE DEL GOVERNO NAZIONALE PER IL RILANCIO DI QUESTO SETTORE

Le parlamentari siciliane del Movimento 5 Stelle alla Camera dei deputati, Loredana Lupo e Claudia Mannino, accolgono con soddisfazione l’annuncio del ministro Martina fatto a Portopalo, in provincia di Siracusa, che potrebbe aprire nuove prospettive per le regioni che possono puntare sulla Pesca, e indicano quelli che dovrebbero essere le pietre miliari del nuovo percorso.

“Abbiamo incontrato – dice Loredana Lupo – diverse associazioni di categoria che unanimemente hanno sottolineato la necessità e l’urgenza di interventi nel settore della pesca. Insieme ai colleghi della commissione Agricoltura della Camera depositeremo a breve una risoluzione in commissione, per impegnare questo governo a muoversi nella stessa direzione delle associazioni. Al governo chiediamo di interfacciarsi con la realtà dei lavoratori che hanno una visione chiara e lucida delle problematiche del settore temi come la ricognizione delle licenze rilasciate e delle attrezzature connesse, e l’avvio di uno studio serio e puntuale su gli impatti del danni ambientali, e delle relative responsabilità, che stanno spopolando i nostri mari. In sede internazionale chiediamo l’impegno di porre all’attenzione la revisione dei trattati che ci portano a competere sul mercato con paesi con meno diritti per i lavoratori e controlli di qualità meno stringenti”.

“Si chiarisca una volta per tutte – afferma la Mannino – la differenza tra pesca artigianale, la pesca hobbistica/sportiva e pesca industriale e conseguentemente si differenzi la normativa in funzione dell’effettivo impatto di tutte sull’ecosistema e sul sistema economico. Si aggiornino le quote TAC (tonno e pesce spada) in funzione dell’effettiva presenza delle specie nei nostri mari e si distribuiscano le quote in funzione del territorio e non delle sole licenze. Si portino le quote dell’Italia a livello di quelle della Francia e della Spagna”.

“In chiave europea – continua Claudia Mannino – il ministro si faccia portavoce della sospensione del trattato UE/Marocco sui prodotti agroalimentari a favore di un tavolo tecnico tra tutti i paesi che si affacciano nel Mediterraneo, al fine di rispondere tutti alle stesse normative e vincoli. L’UE avvii un processo di ‘identificazione’ del segmento della pesca artigianale costiera mediterranea, ridefinendola all’interno di parametri che tengano in debito conto sia i valori tecnici (GT) che la valenza sociale ed economica della flotta esistente. Il tutto all’interno del regolamento CE 1967/2000 e smi, e nel nuovo indirizzo UE che mira ad una ‘regionalizzazione del Mediterraneo’ per macroaree (GSA). Si verifichi il coerente impiego dell’attuale Fondo Europeo per la Pesca (FEP Reg. CE 1198/2006) in particolare per il segmento della piccola pesca costiera artigianale, e l’UE si attivi per una concertazione con i Paesi del Mediterraneo, al fine di stabilire misure atte alla difesa degli stocks che debbano essere rispettate da tutti”.


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