Ai funerali per Aid Abdellah, il clochard “amico di tutti”, alla ex Chiesa di San Mattia dei Crociferi, tante le persone che hanno voluto testimoniare il loro affetto. Alcuni mazzi di fiori sono stati lasciati sulla bara sulla quale è stata posta una foto che lo ritrae assieme al suo inseparabile gatto Helios
Un lungo applauso per l’ultimo addio ad Aldo «Ci ha unito ancora una volta al di là del credo»
Un lungo applauso ha accompagnato l’uscita del feretro di Aid Abdellah, il clochard “amico di tutti”, ucciso nel centro di Palermo, nella notte tra domenica e lunedì da un sedicenne romeno. Ai funerali per Aldo, cosi era conosciuto da tutti in città, alla ex Chiesa di San Mattia dei Crociferi organizzata dal Comune – che ha provveduto alle spese del trasporto e della sepoltura – e da un gruppo di commercianti della zona in cui è morto, tante le persone che hanno voluto testimoniare il loro affetto. Alcuni mazzi di fiori sono stati lasciati sulla bara sulla quale è stata posta una foto che lo ritrae assieme al suo inseparabile gatto Helios. «Aldo era una persona buona, una persona sincera e pulita – racconta Pina Andretti una dipendente della filiale Unicredit che lo conosceva da oltre tre anni – aveva le sue idee, ma le manifestava con grande rispetto verso tutti. Era rispettoso per le cose importanti, e redarguiva i bambini, anche gli zingari, che lo importunavano dicendo loro di andare a scuola perché era una persona istruita e di grande cultura. Quando andava all’estero aveva trovato una casetta e la finanziavamo noi, a Brema, e lo stesso volevamo fare qua». In totale, amici e commercianti hanno raccolto circa 2300 euro che serviranno per pagare i funerali: «Se dovesse rimanere qualcosa – aggiunge Pina – la daremo in beneficenza.
Tra i tanti che stamane affollano l’ex chiesa, anche Vanessa Busè, in lacrime, la giovane commessa di un bar che conosceva Aldo da anni perché aveva il suo giaciglio vicino al locale, la prima a trovare il suo corpo senza vita.«Il ricordo di Aldo è tutto – dice Antonio Girolamo posteggiatore, un amico che stamane ha lasciato un gatto di peluche ai piedi della sua bara all’ospedale Policlinico -, non disturbava mai nessuno, non chiedeva nulla, ed era sempre molto rispettoso verso tutti». Il sindaco Leoluca Orlando, presente alla cerimonia assieme agli assessori Giuseppe Mattina e Emilio Arcuri e all’Imam di Palermo, ha disposto che oggi siano esposte a mezz’asta le bandiere negli edifici comunali e la presenza del gonfalone cittadino alla cerimonia: «Siamo sconvolti da una tragedia che ha coinvolto tre cittadini europei – ha detto il primo cittadino – Una tragedia che ha visto morire un palermitano per mano di altri due palermitani. Aldo aveva scelto di vivere da solo ma, straordinariamente, di contribuire a costruire comunità. Siamo qui per stringerci attorno a lui per l’ultima volta, e per dire ancora una volta ‘grazie Aldo’».
«Per molto tempo ho lavorato a pochi passi dal punto in cui si fermava durante la notte Aldo – racconta una sua amica, Daniela Jurcic che stringe un mazzo di rose rosa e gigli gialli poi deposti sulla sua bara – Ogni mattina passava di là, lo vedevo e pensavo ‘chissà se ha fatto colazione anche lui’. Siamo sempre rimasti in contatto anche quando viaggiava e si trovava lontano in Germania o in Olanda, dove aveva tanti amici che rappresentavano per lui la sua famiglia». Poi, quasi a malincuore aggiunge: «Se devo essere sincera mi aspettavo che fossero stati gli zingari ma, proprio per frenare le polemiche, vorrei fosse chiaro che Aldo era come mio fratello, ma lo era anche questo ragazzino che ha l’età di mio figlio. Adesso non dobbiamo cacciare via gli altri: la comunità rom è stata perseguitata per secoli. Io sono jugoslava quindi posso capire: penso che questo ragazzino non ha la coscienza di ciò che ha fatto. Bisogna, semmai, aiutare a creare coscienze di quello che è successo perché siamo tutti coinvolti».
In un clima già teso, la morte di Aldo ha fomentato non poco il clima di intolleranza che da tempo soffia nel Paese. Un tasto dolente su cui è tornato anche Zaher Darwish del Sunia: «Aldo è riuscito a metterci ancora una volta tutti assieme al di là delle religioni. Noi siamo chiamati a fare sì che ciò che avvenuto non si ripeta più. Perché anche il ragazzino che si è macchiato di un crimine così orrendo è vittima di una malvagità che sta pervadendo la nostra città e il nostro Paese. Ciò che è stato fatto ha tolto il sorriso anche a lei che è diventata la sua famiglia – aggiunge Zaehr stringendo al fianco Vanessa ancora visibilmente commossa – dobbiamo fare tutto il possibile finche non accada più». Al termine della cerimonia, il feretro di Aid è stato accompagnato da un lungo applauso fino in strada: verrà seppellito nel cimitero di Santa Maria dei Rotoli.