Un lettore paga l’affitto alla coppia che ha perso il lavoro «Avevo da parte 500 euro, potevo essere al loro posto»

«Volevo dargli una mano. Comprendo la delicatezza ma non voglio fare la carità a nessuno. Sono un dipendente di una ditta privata e guadagno poco più di mille euro al mese. Avevo messo da parte 500 euro per l’acquisto di un computer, ma credo che il mio pc possa benissimo aspettare. Tutto qui». Un messaggio sulla posta del giornalista. Sono passate poche ore dalla pubblicazione su questa testata dell’articolo in cui Salvo e Giovanna, nomi di fantasia di una coppia del Catanese con tre figli, raccontano il dramma che stanno vivendo a causa della chiusura di tutte le attività per l’emergenza coronavirus. 

Lui cameriere, lei donna delle pulizie e badante. In nero. «In due mettevamo insieme 1.300 euro quando andava bene, ma abbiamo sempre stretto la cinghia senza chiedere niente a nessuno». Mai rivolti ai Servizi sociali, niente reddito di cittadinanza. Ma da quasi un mese le loro entrate si sono azzerate

Dopo aver letto la loro storia, Salvo ha deciso di fare qualcosa. «Non si tratta di un regalo, si tratta di dare una mano. Potevo benissimo stare io al loro posto», spiega. Messo in contatto con la coppia, ha deciso di donare 500 euro, sufficienti a pagare l’affitto della casa in cui la famiglia vive. Una rata, aveva raccontato Giovanna, che «aveva sempre rispettato in 20 anni» e che ad aprile, invece, non avrebbe potuto onorare. 

«Mi sono commossa – commenta la donna – ho accettato perché così non divento morosa, ma gli ho detto che lo avrei considerato un prestito da restituire a poco a poco. Lui mi ha detto che non vuole che glieli restituisca perché si è trovato nelle mie condizioni prima di avere una stabilità lavorativa. “So cosa significa dovere mantenere una famiglia così”, mi ha detto. Ha voluto solo il mio Iban. Grazie davvero a questa splendida persona». 

«Signor Salvo – ha chiesto il giornalista prima di pubblicare questo nuovo articolo – questa storia la racconterò perché anche le buone notizie servono. Vuole mantenere l’anonimato o mettiamo il suo nome?». «Non mi interessa apparire – è stata la risposta – mi interessa che la gente impari da ciò che sta accadendo e, magari, migliori il proprio modo di vivere e di considerare il prossimo».


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