Un giornalista in carcere per diffamazione. Anche se ha 79 anni. Fnsi: “Una mostruosità”

Nella Repubblica delle banane, si finisce in carcere per diffamazione a mezzo stampa. Anche se si hanno 79 anni e non si è proprio in ottime condizioni di salute. E’ successo al  giornalista Francesco Gangemi, direttore del mensile Il Dibattito di Reggio Calabria ed ex sindaco della città.

Classe 1934, giornalista pubblicista dal 1983, a Gangemi è stato notificato un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale della Repubblica di Catania a firma del Sostituto procuratore generale Elvira Tafuri. L’arresto è scattato  in seguito alla sentenza  emessa il 21 novembre 2012. Non è la prima condanna a carico di Gangemi. Il reato è sempre quello. Un reato che in una democrazia sana, non dovrebbe mai portare al carcere.

A dare la notizia è stato il figlio, giornalista anche lui e direttore di un sito d’informazione on line che, dopo avere definito “grottesco” il provvedimento, ha ha fatto riferimento alle patologie di cui soffre il genitore che, ha aggiunto, si è visto assegnare una invalidità al 100%.

Il caso ricorda quello di Alessandro Sallusti, direttore de il Giornale che ha avuto una grossa eco sui media.

C’è da dire che nel provvedimento di arresto è scritto anche che Gangemi “ha omesso di presentare l’istanza per la concessione delle misure alternative alla detenzione nei termini prescritti”.

Il provvedimento di carcerazione ha provocato l’immediata reazione della Federazione della stampa. “E’ allucinante – hanno commentato il segretario generale, Franco Siddi, e il vicesegretario nazionale e segretario del Sindacato giornalisti Calabria, Carlo Parisi – che a 79 anni, un giornalista, condannato per diffamazione e per non avere rivelato le fonti fiduciarie di notizie, venga arrestato e portato in carcere. Quanto accaduto al giornalista pubblicista Francesco Gangemi appare una mostruosità difficilmente concepibile per qualsiasi ordinamento democratico che si fondi sulla libertà di espressione, di stampa e sul pluralismo delle idee”.

Fnsi  ha poi rivolto un appello al Parlamento “perché voglia, con urgenza riformare la legge sulla diffamazione” e si sono rivolti anche alle cariche istituzionali dello Stato per chiedere “una considerazione appropriata e umana del caso che faccia uscire al più presto il giornalista Gangemi dalle patrie galere”.


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