Un corteo multiculturale per celebrare le migrazioni «Difficile trovare lavoro, controllare chi assumono»

Una preghiera in cingalese, una in tamil, una in creolomauritius. E
ancora in polacco e in inglese. Si respira aria di multiculturalità e
condivisione nella cattedrale di Catania durante la messa celebrata per
la 103esima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Un evento
organizzato in città dall’ufficio pastorale Migrantes dell’arcidiocesi
di Catania diretto da Giuseppe Cannizzo, che ha previsto diversi
incontri, tra cui una partita di calcio.

Uomini, donne e
tanti bambini si sono ritrovati domenica in piazza Università. E tra candele e
canti tradizionali hanno raggiunto in processione la chiesa, riempitasi
in pochi minuti di catanesi, srilankesi, mauriziani, seduti uno accanto all’altro per pregare insieme. I posti erano tutti occupati, tra chi sapeva dell’incontro e chi è entrato solo per fare
una preghiera o per visitare la cattedrale e ha deciso di restare fino
alla fine. «Non sapevo fosse la giornata del migrante», afferma un
signore. «Io lo avevo sentito dire – precisa la moglie – ma non immaginavo
ci fosse questa grande affluenza». «È una bella occasione per stare tutti
insieme», concordano entrambi mentre prendono posto tra le panche.

Dove
si sistema anche una famiglia dello Sri Lanka, a Catania da dieci anni.
«Lavoro per una ditta di trasporti – spiega a MeridioNews il papà di due bambine di nove e sei anni – e ci siamo inseriti a Catania, dove siamo stati accolti
calorosamente». Rabecca invece è arrivata dallo Zambia
nel 2004 e ha seguito diversi corsi per trovare lavoro, tra cui uno per
diventare mediatore culturale e uno per lavorare come operatore socio
sanitario. «Non si riesce a essere scelti – racconta rammaricata – chiedono requisiti impossibili, ci vogliono più controlli sulle persone
che vengono prese». Accanto a lei la figlia Joyce, 11 anni, e la compagna
di classe Irene, 12 anni.

«Se
si presenta l’opportunità di andare lontano da Catania lo faremo – aggiunge un’amica,
che tiene i contatti con i familiari lontani tramite Whatsapp – perché
qui non ci sono tante possibilità.
Bisogna fare un sacrificio per le nostre figlie». E proprio ai
minori Papa Francesco ha voluto dedicare quest’anno la Giornata mondiale
del migrante
. «La nostra missione è prenderci cura dei bambini che sono
innocenti e insegnare loro che uomini e donne sono uguali», commenta
il mauriziano Davide Ramloll, direttore amministrativo di
un’associazione per la cooperazione a livello mondiale. «Se da una parte
per chi arriva da lontano ci sono buone possibilità di studio e di
imparare le attività di artigianato – aggiunge Ramloll – dall’altra ci sono
tanti che stanno soffrendo e non sappiamo come risolvere il problema».

«La giornata che
celebriamo ci ricorda che la nostra assemblea è costituita da una
ricchezza straordinaria di provenienze e appartenenze
», commenta il
vescovo di Catania Salvatore Gristina dall’altare. Oggi questa ricchezza non sempre è
legata a una libera scelta, ma alla necessità di dover lasciare i
luoghi d’origine per trovare lavoro o sfuggire a violenze e ingiustizie.
«È importante lavorare affinché questo movimento di persone sia dettato
solo dal desiderio di fare nuove esperienze», conclude il vescovo.


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